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Monthly Archives

ottobre 2012

    Louisiana, USA, Viaggi

    Tabasco e Bayou

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    Cosa ti può riservare il porta brochure di un motel 6, oltre a ristoranti in cui offrono 18 ribs di maiale per soli 7 dollari e 99 cent? Cose come “hey, ma il tabasco, è una roba che viene dalla Louisiana e non una salsetta industriale” oppure “hey ma i coccodrilli se li chiami vengono!” e informazioni utili di questo genere. Ma cominciamo dall’inizio. Grazie appunto a un’invitante brochure informativa, la gratuità del giro e la curiosità della visita decidiamo di dedicare la mattinata a scoprire da dove viene quella bottiglietta dalla forma inconfondibile, che per me, negli anni, ha significato solo una cosa: tartare di manzo. Read more

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    Irlanda, Viaggi

    Connemara, Mayo, Westport, Kylemore Abbey: sì, we are born to run

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    Farò outing. Anche su questo. Io sarò anche coinvolgente nello scrivere, dettagliata nei racconti, attenta a stimolare tutti e 5 i sensi ma non chiedetemi una cosa. Non fatemi guardare le cartine. Non sono in grado,tutto il mio impegno l’ho messo nel muovermi in Cambogia da sola e dopo quello mi sono affidata al 110% al senso dell’orientamento e alle mappe mentali del santo (il mio ragazzo) che è sempre in viaggio con me (o è lui che mi porta in viaggio con sè?). Questa premessa perché? Ovviamente per introdurre informazioni dettagliate su strade e zone che, no, non sono farina del mio sacco.
    Sbarcati dal traghetto prendiamo la Furnace Road verso nord ed entriamo nel Connemara. A Maam Cross prendiamo la N59 verso ovest e dopo Recess svoltiamo verso nord entrando nella Lough Inagh Valley (che prende il nome dal lago – dove ci siamo fermati e c’era il gatto morto).
    Leggo e rileggo queste indicazioni e mi viene troppo da ridere perchè ricordare “dove ci siamo fermati e c’era il gatto morto” è veramente folle, ma in effetti l’unico modo per farmi capire bene “dove eravamo dislocati in quel momento”. Read more
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    Louisiana, USA, Viaggi

    Un panino in Louisiana

    Louisiana. Meteo e descrizione generale del clima: “Subtropicale umido. Tra Agosto Ottobre, sulla costa si abbattono dei violenti cicloni subtropicali. E` pertanto consigliabile seguire costantemente i bollettini meteorologici e le misure di sicurezza in caso di cicloni”. Traduzione: nel sud degli Stati Uniti, tra la Louisiana  e il Mississipi, d’estate, oltre ad esserci un tempo balordo peggiore di quello di Londra, fa caldo. Un caldo che sopporteresti volentieri solo dopo mesi in Siberia. Arriviamo a Lafayette dopo 4 ore di macchina e  e sei (o sette?) donuts, un taco bell e il susseguirsi di paesaggi piatti e allagati dalle continue piogge, case vuote di gente che ha capito che quando non si mette bene è meglio spostarsi in territori più sicuri lontano dagli uragani. Palafitte. Si, anche qui ci sono un’infinità di palafitte, sicuramente più fashion e più ben rifinite di quelle cambogiane ma il principio è uguale: se piove è meglio non svegliarsi con il letto galleggiante. E quindi: foto a pozzanghere che riflettono splendide nuvole, cercare di arrivare al mare (non è uno scherzo, ci siamo infilati almeno in tre viette che puntavano al mare ma che non ci arrivavano), strada, strada, nuvole… E’ incredibile per quanto tempo il paessaggio possa sembrare sempre uguale. Affascinante, ma ammettiamolo, ma un tantinello palloso.  Arriviamo a Lafayette, e il clima comincia veramente ad essere quello che che balza alla mente nell’immaginario comune, e quindi solo caldo e pioggia. Pisolino e poi ci buttiamo sulla strada, ma il clima, questo giro, è inclemente e il nostro tour programmato tra i piccoli paesini (Breaux Bridge, St Martinville e New Iberia) non è stato affascinante come previsto. Città mignon molto carine e caratteristiche con un delizioso fascino retrò fatto di piccoli negozi, casette in legno e quel clima di “fuori dal tempo” – e soprattutto fuori dagli Stati Uniti- che mi piace. Peccato per la pioggia. Ma qui, si sa, è stagione. Read more

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    Irlanda

    Day 2 – Un tuffo nel passato: isole Aran

    Sveglia all’alba, per le isole Aran c’è un solo traghetto al giorno e quindi non è proprio il caso di perderlo. In questo momento il servizio è effettuato solo da  Island ferries  e parte alle 10:30 (il sito www.aranislandasferries.com è sicuramente perennemente aggiornato) e in una quarantina di minuti si viene catapultati in un meravigliosa isola in cui di macchine ne girano ben poche e la gente ha le gambe toniche grazie alle biciclette. E anche i turisti possono godersi il panorama pedalando. Io detesto andare in bici, ma siamo in vacanza, evviva l’avventura, si va. Il noleggio della bici costa circa 10 euro per un’intera giornata: noleggiamo, puntiamo al B&B dal gaelico nome impronunciabile carichi come dei poco probabili desperados (portare dei trolley su delle bici è davvero un’impresa… Ma c’è anche chi lo è riuscito a legare dietro e a tirare come un carrettino), partiamo.
    Il B&B è grazioso e pulito, la padrona di casa dai rossi pomelli è un tantinello esagitata ma davvero gentilissima. Molliamo zaini e trolley e ci buttiamo alla scoperta dell’isola.
    Inishmore è l’isola più grande (lunga 13 km e larga 3) e sembra di essere stati lanciati dentro la valle dell’immaginario collettivo dell’Irlanda: muretti a secco, mare di un blu intenso che di infrange su fiordi e rocce a picco. E perchè no,  qualche forte di epoca antica.
    Pedaliamo pedaliamo pedaliamo e l’unica cosa che riesco a pensare è: perché non ho fatto colazione? C’è freddo, e io cerco di saziarmi con la meraviglia del paesaggio… e mangiando more. Si perché sembra incredibile ma l’isola è ricoperta di rovi ancora pieni zeppi di frutti di bosco selvatici ai lati delle stradine e di quei muretti tanto caratteristici. I miei compagni di viaggio si formalizzano sulla questione igienica, io me ne sbatto allegramente… non devo avere gli anticorpi per l’influenza, ma quelli che mi proteggono dai problemi dell’apparato digerente… beh, quelli sono grossi come patate! Read more

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