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Cambogia, Viaggi

Essere felici con poco.. A perfect day in Battambang

Sveglia puntata alle 8 ma ho dormito così bene che alle 7 ero già in piedi fresca e riposata come non mi ricordavo di essere stata da molto tempo.

E’ una sensazione bellissima che ci dimentichiamo a casa, quella di riposare davvero, di alzarci presto senza sveglia perchè il tuo corpo non ha più bisogno di dormire.

La giornata è già organizzata: anche se Battambang è piccola si può riempire di cose da fare. E potevo mancare la possibilità di imparare a cucinare cambogiano?

 Ovvio che no!

Il corso al ristorante Smokin’pot comincia alle 9:20 con un bel giro al mercato.

L’insegnante – a differenza di quello grandioso di Hoi An, in Vientam – è davvero l’emblema dell’antipatia. Scorbutico, a fatica risponde alle domande, molto poco volentieri spiega cosa sono le strane cose che troviamo davanti.

Prima di partire per il giretto ci ha chiesto cosa avessimo voluto cucinare, e davanti alla nostra richiesta di qualche consiglio ci siamo sentite dire un “per me è uguale tanto faccio sta cosa tutti i giorni”. Friendly. Davvero molto friendly.

Peccato che poi ha scatenato l’effetto contrario al mio arrabbiarmi…ho cominciato a ridere e a dire stupidate come non mai. E Sofie non è da meno.
Come simpatico accompagnamento al corso di cucina c’è un piagnucolante bambino nudo che vuole stare solo in braccio al padre (lo chef) e giocare con gli attrezzi del mestiere (un machete). Tra una risata e l’altra, un tamarindo e un pezzo di lemongrass ( finalmente ho capito cosa odio e detesto nella cucina asiatica: non è il lemongrass, sono le foglie di lime che mi fanno terribilmente schifo!) ci siamo raccontate un po’ la storia della nostra vita e i vari motivi del nostro viaggio (il mio ultimo anno in confronto al suo è stato un paradisiaco parco dei divertimenti con solo qualche brucomela che andava su e giù), sorride e ride in una maniera così spontanea e felice che mi incanta. E poi è davvero stupida e divertente. E felice con poco, ed io è di queste persone che voglio circondarmi.
Non riuscire a togliersi il giallo fosforescente del chili dalle dita e chiederci se ci fanno strizzare il cocco solo per vedere se siamo in grado di lavare dei panni è proprio poco per ridere, ma il contesto, credo davvero sia speciale. E non serve davvero niente per ridere.
Il beef lok lak, il primo piatto che abbiamo cucinato era davvero buono (sul serio, non solo perchè l’avevamo preparato con le nostre manine), e credo che sottoporrò il palato delle mie amiche a questa delizia quando torno (pepe aglio e compagnia bella… preparatevi!), anche perchè è davvero semplice. L’amok, il piatto più caratteristico del paese a base di pesce e cocco è davvero ottimo, ma sarà che io già lo adoro e averci messo tanto impegno (e tanto lemongrass) lo fa gustare ancora di più. Siamo così orgogliose dei nostri tre piatti che sembriamo due bambine che mostrano i disegni alla maestra all’asilo. La parte bella è che siamo solo io e lei, quindi che la raccontiamo e ce la godiamo tra di noi (a parte che la ragazza francese molto poco eterosessuale che adesso ci prova chiaramente con Sofie sbuca non si sa bene da dove e sta circa un ‘ora a guardarci, e devo ammettere che a tratti è inquietante), e in quel momento ho capito che avevo avuto davvero un buon intuito (oltre che fortuna) a trovare lei anche se solo per questo piccolo pezzo di viaggio. Me lo dice anche lei di essere contenta di avermi trovata. Siamo davvero due teenager.
Dopo pranzo abbiamo ci siamo fatte una doccia e ci siamo preparate per farci un giro sul bamboo train: ok, lo ammetto, mi aspettavo tutta un’altra cosa ma quanto abbiamo riso su quel treno è stato davvero impagabile e sono davvero stati 5 dollari ben spesi.
Il tipo del tuk tuk ci ha portate per queste stradine sterrate per un rally su polvere e mi sono chiesta per un attimo se stesse facendo apposta a lanciarci da una parte e dall’altra del baracchino su cui siamo sedute visto che siamo saltando senza riuscire a stare sedute. E’ sterrato, siamo ricoperte di polvere ma penso che questo sia parte dell’attrattiva.
Siamo arrivate alla stazione e lì è cominciato il bello. Non ci potevamo credere. Il bamboo Train è in realtà una specie di pedana su ruote (che va anche piuttosto veloce) ricoperta da una stuoietta da mare. Non so perchè mi aspettavo una specie di treno dell’800 ma fatto di bambù. Sedute. Abbiamo riso troppo. A parte la questione “schivare i rami” la parte divertente è quando ti fanno scendere perchè sta arrivando un altro mezzo dall’altra parte e quindi la prassi è far scendere i passeggeri, smontare il treno, smontare le ruote, far passare chi viene dal senso di marcia contrario e rimontare il tutto. E’ uno spasso. E loro lo usando davvero come mezzo di trasporto, non è solo un’attrazione turistica. Purtroppo pare che lo vogliano togliere perchè stanno facendo dei lavori di miglioramento sulla linea ferroviaria. Sarebbe triste.
E’ una cosa semplice, stupida e divertente (anche una delle poche cose da fare a Battambang, ammettiamolo!). E su questo trenino, se così si può chiamare, abbiamo concordato quanto siamo fortunate.

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