A Immagimondo ci andavo già, prima di avere un blog, prima di cominciare a condividere pensieri, viaggi, sogni e altre cose che trovate tra queste pagine.
La prima volta che ci sono stata ho ascoltato i racconti di una ragazza che è andata in Giappone e in Cina in bicicletta. E intendo che è partita da qui, non è che si è caricata la bici in aereo e ha fatto un giro: è partita dall’Emilia e si è attraversata tutto quel pezzo di mondo e di -stan che tendenzialmente ignoriamo.
Ho ascoltato le parole in anteprima di Eddy Cattaneo di quel Mondoviaterra che è diventato un fenomeno editoriale. Disegnava sulla mappa con un pennarello, uscendo dai bordi, seguendo i chilometri fatti a piedi, ricordando episodi divertenti e surreali di quei 467 giorni.
E quest’anno c’ero io, dietro uno di quei tavoli dei viaggiatori che prima mi avevano affascinato facendomi sentire un bego nell’orto. Come si dice dalle mie parti.
Ho voglia di raccontare come è andato questo weekend, perchè è stato un momento di crescita e di bellezza senza pari.
A Immagimondo ho incontrato dei viaggiatori.
Persone di tutte le età che si fermavano incuriosite dalle coloratissime foto colombiane alle mie spalle e da una mappa di sughero appoggiata sul mio tavolo.
Uno dei creativi regali che solo mia sorella riesce a fare.
Ho parlato e ascoltato tanto.
C’erano persone che in Colombia erano già passate, chi invece mi faceva la solita domanda di rito: “ma non è pericoloso?”. Non più di qualsiasi altro paese del Sudamerica, non più di qualche quartiere di New York che non spaventa nessuno.
Ho ripetuto le stesse parole un milione di volte, con lo stesso sorriso che mi porto dietro ogni volta che penso all’amore che la Colombia mi ha dato.
E poi chiedevo alle persone di prendere un fogliettino e di segnare sulla mappa il proprio sogno.
“Non basterebbero i fogliettini, li metterei dappertutto”
Più o meno la risposta che mi hanno dato tutti.
E più li guardavo più mi rendevo conto che la gente ha un disperato bisogno di sognare.
C’è chi mi ha chiesto se poi gli pagavo il viaggio (magari avessi i soldi!), se vincevano qualcosa (un segnalibro di scusateiovado non era abbastanza!). se era un ricatto per far segnare il loro nome per la mailing list (no, decisamente, e se pensi così non voglio che mi leggi), chi mi ha detto un no urlato (con conseguente risata di tutti i presenti).
Ma la cosa bella è che la gente era curiosa e divertita.
Cercava di mettere la puntina con il proprio nome più lontano possibile, se nel loro posto da sogno c’ero già stata gli davo qualche consiglio, mi sono fatta raccontare il loro sogno, il motivo, il perché dietro la scelta.
Ve lo assicuro, è stato BELLISSIMO.
Ogni tanto mi spostavo dal tavolo e li guardavo da lontano, mettere la puntina senza dover subire la mia valanga di parole.
Mettevano il loro sogno sulla mappa, un sorriso, la fuga.
In due giorni ho viaggiato per ogni angolo del pianeta attraverso le parole degli altri, ho pensato di cambiare la mia bandierina almeno 1000 volte. Perchè quando senti una persona che desidera ardentemente di andare in Canada, anche tu vuoi essere subito parte di quel desiderio.
C’è chi mi ha segnato la Kamchatka (sì, l’idea era partita da Risiko), chi Varanasi (anche se ha messo poi la bandierina sulla penisola del sudest asiatico).
I più spassosi devo ammettere che, però, sono stati i bambini. Avete idea di quanti hanno messo il loro nome sul Madagascar? Tantissimi.
Ma non solo. Tutti mi hanno chiesto almeno 2 volte “posso metterne un altro?”… Potevo dirgli di no? Potevo dirgli “no, un sogno solo!”? E così i figli di Letizia hanno messo qua almeno 10 destinazioni sparse qua e là, che sperano si trasformino alla svelta in desideri da realizzare.
Ho riempito una mappa. ho finito i foglietti, le puntine, ho dovuto ritagliare un cartoncino, mi è toccato attaccare molti sogni con lo scotch.
Ho dispensato sogni, perchè i viaggiatori che venivano a raccontarmi la loro storia, hanno fatto lo stesso con me.
Mi dispiace blogger, i viaggiatori sono fatti di un’altra pasta.
Ho pensato a lungo a questa differenza. Troppo spesso vedo chi si esalta e si sente un super esperto di un posto dopo aver fatto 3 giorni di blogtour in un resort 5 stelle o che parla di un paese proclamandosi indiscusso conoscitore del territorio dopo un giretto di una settimana.
Tanto per capirci, l’anno scorso siamo stati nello Utah, e dopo 6 volte ancora Gianni scovava cose nuove, continuava a stupirsi a tirar fuori dalle guide parchi e angoli che aveva ampiamente saltato. Dopo 6 viaggi dei suoi [ndr il livello di intensità medio dei suoi viaggi è extreme!].
Ho parlato con viaggiatori di tutte le età, e la frase che ho sentito più spesso è stata “ne ho visto solo un pezzettino, vorrei tornarci”… Perchè quando ti piace un paese non ti basta mai, e vuoi tornarci, ancora e ancora finchè quella terra non profuma di casa.
C’è chi mi ha raccontato la Birmania di 30 anni fa, e la Colombia di 15 anni fa e chi mi ha spiegato dettagliatamente un itinerario che farà a breve e io sono stata ad ascoltarli tutti, con un maledetto desiderio di seguire le orme di quelle persone.
E poi è arrivata una ragazza colombiana, di Bogotà, che mi ha ringraziato così tante volte da perdere il conto.
Ho amato la sua terra, ho amato raccontarla, anche se ho visto veramente poco di quel mondo e ho raccolto più informazioni di quelle che ho dato.
Ho capito che gli adulti sognano troppo poco e che i bambini con i genitori viaggiatori hanno una mente indescrivibilmente più aperta, ho scelto di non guardare il telefono e di assorbire tutta la bellezza delle amiche viaggiatrici che mi stavano intorno, di bere bicchieri di vino offerti dagli stand accanto, di essere orgogliosa dei successi di altri e ho capito che spesso le persone hanno un disperato bisogno di amici.
Ho capito da che parte voglio stare, quella dei viaggiatori.
14 Comments
Che bel racconto, peccato non esser venuta. Ammetto che se fossi stata lì, non avrei saputo dove mettere il bigliettino nemmeno io…sono stata in troppi pochi posti e vorrei andare ovunque. Vorrei tornare dove sono già stata e vorrei vedere posti nuovi…aiuto! 🙂 Secondo me, ciò che contraddistingue i viaggiatori è la perenne voglia di fare, di scoprire, di non fermarsi mai, di affrontare situazioni sempre nuove e imprevedibili. Questo è, a parer mio, lo spirito di chi è viaggiatore nell’animo. Buona serata, a presto! Sara
23 Settembre 2015 at 22:35I viaggiatori non si sentono mai arrivati… Forse questo di più ti fa capire il senso del viaggio, no? 🙂 ti abbraccio forte, e la prossima volta non perdere immagimondo che proprio ne vale la pena!
24 Settembre 2015 at 9:26Che bella l’idea della mappa e che belli i viaggiatori coi loro sogni di viaggio.
24 Settembre 2015 at 23:01Eli
La curiosità e i viaggi degli altri sono i motori che hanno mosso il tutto! 🙂 che bello avervi avuto qui oggi!
25 Settembre 2015 at 15:22Ma che bello questo festival! Proprio non lo conoscevo. Anche per me viaggiare e’ non sentirsi mai arrivati e aver sempre voglia di scoprire cose nuove. E senza necessariamente andare dall’altro capo del mondo. Ciao!!!
25 Settembre 2015 at 5:47Viaggiare è uno stato mentale, no? 🙂 Che tu lo faccia sul divano di casa che seduta su un aereo che ti porterà in capo al mondo!Grazie Clara!
25 Settembre 2015 at 15:23Paoletta, questo post è proprio adatto al mio mood di oggi. Bellissimo ed emozionante leggere dei sogni. Mi sono immaginata ad ascoltare le parole delle persone e dei bimbi. Bello! Mi dispiace fosse così lontano.. speriamo di vederci presto. Un abbraccio e brava come sempre :*
25 Settembre 2015 at 13:43Luci! Quanto tempo che non avevo tue notizie! Spero di riabbracciarti prestissimo, e di poter parlare di viaggi e sogni con te! <3
25 Settembre 2015 at 15:24Bellissimo post, bellissime parole! Hai colto in poche righe la vera essenza del saper viaggiare, del voler imparare.
25 Settembre 2015 at 16:41Spesso ci si accontenta di dire “ci sono stato” ma viaggiare, per davvero, è una cosa molto diversa. Non conoscevo “Immagimondo” ora mi sento più ignorante e non vedo l’ora di andarci 😉
Che bella iniziativa e poi sarà stato divertentissimo ascoltare i sogni e i pensieri di tutti, soprattutto dei bambini,
sono sicura che io mi sarei comportata uguale a loro, avrei messo i bigliettini ovunque 😀
Tonia
26 Settembre 2015 at 16:48…Davanti ad una mappa vuota come fai a non sognare tutto!? 🙂 Mi sono divertita tanto ed è bello che vengano organizzate manifestazioni così, per il grande piacere di diffondere la cultura del viaggio! Non mancate il prossimo giro!
28 Settembre 2015 at 8:24Ciao Paola, ho letto e riletto questo post più volte, quello che scrivi mi emoziona sempre ma questa volta è stato diverso, è stato, come dire…più profondo. Condivido tutto quello che scrivi, credo non solo che gli adulti sognino troppo poco e che tutti abbiamo un disperato bisogno di amici…credo fortissimo che abbiamo anche un disperato bisogno di circondarci di persone che parlino il nostro stesso linguaggio, forse è questo il segreto di Immagimondo ed il motivo per cui l’anno prossimo non lo voglio perdere (non ridere ma fino a poco tempo fa non ne conoscevo l’esistenza!).
7 Ottobre 2015 at 14:38PS. qui è la prima volta che ti scrivo, non so se ti ricordi ma un bel po’ di tempo fa su facebook ti avevo ringraziato per avermi fatto inciampare in Burma Vj al Libraccio a Roma. Ecco oggi sempre per “colpa” tua ho preso 3 libri di Bryson! Devo recuperare su tante cose! 😉 Continua così!
Ciao Valentina! Che bellezza il tuo commento.. E’ uno di quelli che ti apre i polmondi e ti fa fare respiri più profondi. E’ bellissima questa immagine dello stesso linguaggio, ed è così vera.
8 Ottobre 2015 at 6:46Hai per caso letto il libro sui viaggiatori che hanno perso la strada? 🙂
Ti abbraccio fortissimo
Ciao Paola! No, quel libro é ancora in whishlist! Ora che mi dici così sono ancora più curiosa!
8 Ottobre 2015 at 10:45