La Lonely Planet è regolarmente afflitta dal mio stesso problema: un entusiasmo cronico e smodato.
La prima tappa a Mt Hypipamee National Park, è stata davvero carina: un percorso nella foresta che arriva ad un cratere affascinate per altezza che sprofonda in una verdissima pozza d’acqua. Definirlo uno scenario da fantascienza mi sembra eccessivo ecco.
Nel parcheggio però abbiamo visto un casuario. O meglio, forse. Sembrava più un tacchino con i bargigli gialli, ma mi piace pensare che fosse un cugino di quello più raro con quel curioso cappellino in testa.
La seconda tappa di questa intensa mattinata con sveglia all’alba e colazione con biscotti al volo è decisamente meglio: cascate!
Le Millaa Millaa falls (24km a sud di Malanda) si raggiungono facilmente dopo una brevissima scalinata – roba di 3 minuti a piedi – e se beccate una giornata un po’ meno grigia e piovosa della nostra potete anche infilarvi costume e ciabattine negli spogliatoi accanto al laghetto e provare un tuffo e un idromassaggio sotto la cascata. Ma pioviggina e nessuno ha voglia di mettersi in mutande. In realtà queste cascate sono inserite in un interessante circuito di cascate: Zillie Falls, Ellinjaa Falls e Mungalli Falls. Nessun Giancarlo Magalli in cartonato per fare le foto, ma lì vicino Mungalli Creek Diary, un caseificio in cui degustare formaggio e tortini.
Se non fossimo iper di corsa per raggiungere Magnetic Island avrei costretto tutti a fermarsi per farmi assaggiare latticini fino a riempirmi come un vitello.
Tappa rapida a Townsville per uno shake al Peanut butter: panna, latte, noccioline e altre robacce che allargano il sorriso e il girovita e poi tutti i fila per salire sulla nostra barchetta.
In realtà volevamo andare alla Townsville Brewery visto che pioveva e pensavamo di mangiarci il pranzo a 12 $ comprensivo di panino, patatine e birra (l’abbiamo poi fatto al ritorno da Magnetic Island e lo consiglio senza ombra di dubbio), peccato che all’interno della birreria l’aria condizionata era così alta che non si riusciva nemmeno ad entrare, letteralmente si congelava dal freddo. Siamo scappati e abbiamo optato per un altro posto. Se capitaste da queste parti è consigliato avere un parka, una tuta da sci intera o sperare in una giornata di sole per poter stare seduti nei tavoli fuori.
Per prendere il traghetto per “Maggie” (ci vuole un’oretta tra carico scarico e viaggio) abbiamo usato la compagnia Fanta sea, il costo per 7 persone più l’auto (fondamentale prenotare!) è stato di 230 $, circa 23 € a testa.
Arrivati sull’isola siamo andati in hotel a posare le valigie e ad accoglierci al ricevimento dell’Arcadia Village Motel, la signora più gentile del pianeta.
A parte accogliente e dolce come una mamma, mi ha detto che potevo rubare tutti i giornali che erano su un tavolino all’ingresso. Ecco, io lo so che non è sano, ma quando vedo i giornali o i libri di cucina stranieri io non capisco più nulla: li devo avere. Quelle pagine dalla grafica impeccabile, i colori perfetti, le ricette fotografate. Mi piacciono anche le pubblicità.
Credo che il mio sia un gusto perverso per stramberie e le schifezze: dagli USA mi sono portata ricettari con “aggiungi il preparato per fare le lasagne e inforna”, e qui, ad ogni pagina, il cuore della cucina è “il migliore”, un mix italiano di formaggi “con vero grana padano” che a quanto pare salverà ogni vostro piatto. Col Grana Padano, ragazzi, non credo. Adoro poi i piatti un po’ italiani come il Cheesy meatball subs: un panino con polpette (ovvio), Blt Napoletana pasta sauce (what?) e ovviamente una bella tazza di migliore shredded mozzarella&gouda blend. Ah, e una foglia di basilico. Non so decifrare gli ingredienti. È meraviglioso! Come la carbonara sauce? Non è un piccolo mistero che vorremmo tutti rimanesse tale? Le spiagge sull’isola sono tante, ma le zone di mare dove si può fare il bagno sono poche causa meduse che potrebbero ridurti ad una braciola alla griglia. Una di quelle designate è Alma bay, una splendida baia con tanto di scogliere sassose ai lati abbastanza lisce e non troppo in pendenza tanto da potersi sdraiare al sole e morire di noia in pace.
Mentre eravamo pigramente sdraiati al sole è arrivata una scuola di surf decisamente eterogenea: dai bambini ai ragazzi tutti pronti alla lezione con la loro muta già indossata.
Corsa sul posto. Nuoto fino alla boa, corsa, nuoto fino alla boa, altro giro altro regalo, adesso prendi la tavola e nuota con la tavola, caricatela e poi corri ancora. Li guardavo e mi veniva il fiatone. Il tutto è andato avanti per un’ora abbondante senza che nessuno facesse una piega.
Ci chiediamo poi perché gli australiani vanno in giro con dei fisici da sportweek?
Prima del tramonto siamo andati a fare una scappata tra i piccoli canguretti che popolano l’isola, i wallabies delle rocce. Procedendo fino alla fine della strada che conduce a Bremner Point (tra Geoffrey Bay e Alma Bay) si cominciano a, vedere questi adorabili animali che ti guardano con lo sguardo fisso che esprime un dolcissimo e sincero “cazzo vuoi? Hai del cibo?”, fino ad arrivare ad un punto in cui un gentile signore con una gamba sola gli dà semi e cibo e ti chiede se vuoi dargli tu da mangiare. Ti siedi in terra, gli allunghi la mano piena e loro te la prendono tirandola a sè e tenendola stretta tra le zampe. Sì, sono letteralmente impazzita di gioia.
C’erano oltretutto tantissime signore wallabies con tanto di figlioletto nella pancia che masticatavano rumorosamente ogni cosa che gli capitasse a tiro. In quell’angolo di Isola c’era un silenzio innaturale interrotto solo dal sottofondo di mandibole selvagge. Li adoro, non posso farci nulla, li avrei portati a casa tutti.
Per la serata abbiamo optato per il Marlin bar, un pub che affaccia direttamente sulla baia di Horseshoe Bay per un tramonto favoloso e serve cestini deliziosi di pesce fritto e non. La mattina dopo ci siamo alzati all’alba per fare il trekking lungo il percorso dei fortini [Forts walk], della durata di circa 1.5 h, moderatamente faticosa ma decisamente imperdibile.
Prima di tutto è fondamentale farla alla mattina presto: noi siamo partiti alle 6:50 circa e già verso le 8 il caldo cominciava a diventare opprimente. Oltre a partire all’alba è fondamentale portarsi dell’acqua perché non ci sono fontanelle potabili (ma ci sono i bagni) lungo la strada.Interessanti i reperti di guerra (ci sono ancora i fortini con tanto di racconti in viva voce e pannelli informativi), molto bello il panorama dall’alto (anche se la mattina la parte più bella è controsole, quindi se avete tempo fatela al tramonto, i panorami guardano sia al Palm Island Group a nord e al Bowling Green Bay National Park a sud) ma l’obbiettivo di questo tour è solo e solamente uno: i KOALA!
Sull’isola di Magnetic Island si trovano questi dolci animaletti rimbambiti dall’eucalipto ancora allo stato naturale: nessuno zoo, nessuna riserva. Cammini guardando in alto e te li puoi trovare lì a sonnnecchiare perplessi attaccati ad un albero. Noi ne abbiamo visti addirittura due, uno più morbidoso e fluffoso dell’altro. Resto sempre un pochino perplessa guardando le loro unghie lunghissime e ho un certo rispetto per gli animali che mi impedisce di abbracciarli stringendoli tipo cartone animato (tutti quelli non domestici, volevo dire)… Ma i koala stimolano in me una voglia di usarli come peluche che è al limite dell’irrefrenabile.
L’isola è comunque molto carina, decisamente vivibile e merita uno stop di almeno un paio di giorni.
Curioso che si possano noleggiare per circa 80 $ al giorno delle macchinine decappottabili rosa di dimensioni minuscole che sembrano in tutto e per tutto le macchinine delle barbie e vengono chiamate Tropical Topless. Il fatto che poi siano tutte senza copertura ti fa ben sperare che la storia dei giorni di sole non sia una leggenda metropolitana ma un meravigliosa verità.
Un po’ di informazioni utili sull’isola.
La prima cosa che bisogna sapere è che – appunto – sull’isola splende il sole circa 320 giorni all’anno e la temperatura oscilla dai 19 ai 29 gradi. Ventilato. Praticamente sta gente vive perennemente in una lunghissima e splendida giornata di metà giugno.
Metà dell’isola è un National Park, si possono trovare koala, wallabies, opossum e tantissime varietà di uccelli nel loro habitat naturale. Storia, outback, spiagge spendide e animali. Ecco tutte le info sulle spiagge che potrete vedere che sono riuscita a raccattare: ce ne sono più di 20 e spesso ti puoi ritrovare completamente da solo… E’ fantastico da molti punti di vista… Solo non bisogna dimenticarsi dei pericoli in mare che qui sono tantissimi come nel resto d’Australia.
Picnic Bay: spiaggia ideale per nuotare nei mesi estivi perché è una spiaggia chiusa. Alle spalle della spiaggia c’è un bel giardino, il golf e un centro culturale di storia e artigianato.
Nelly Bay: ideale per le corsette mattutine e per lo snorkeling sulla barriera corallina. E’ comoda perchè è una spiaggia attrezzata con tavoli da pic nic, bagni e barbecue.
Rocky bay: raggiungibile a piedi da Picnic Bay e dal punto panoramico tra Nelly Bay e Picnic bay, è una spiaggia chiusa quindi piuttosto selvaggia e isolata.
Horseshoe Bay: è la spiaggia più ampia (e famosa) di tutta l’isola ed è perfetta per tutti gli sport acquatici anche perché si può noleggiare dalla tavola da surf al kayak alla moto d’acqua. Da qui partono anche tantissime escursioni in barca per la barriera corallina . Da luglio a settembre si potrebbe avere pure la fortuna sfacciata di trovarsi faccia a faccia con una balena. Ci sono tanti spazi all’ombra dietro la spiaggia e un piacevole passeggio. Noi abbiamo cenato al celebre Marlin Pub, che affaccia proprio sulla baia godendoci un tramonto fantastico, oltre ad un basket di pesce misto di notevoli dimensioni. Consigliatissimo.
Le spiagge nella zona protetta del Parco Marino sono:
Geoffrey Bay: (vietatissimo pescare o mettersi in tasca una conchiglia), a due passi dalla spiaggia si trovano dei wallabies a cui poter dare da mangiare.
Arthur Bay: forse la migliore spiaggia in cui fare snorkeling (a seguire Florence, Radical, Balding e Horsesoe Bay). Alla destra della baia ci sono interessanti caverne con curiosi pesci che si godono la barriera corallina. Questa baia è inclusa sia nel Parco Marino che nel National Park, quindi vietatissimo fare praticamente tutto.
Florence Bay: molto popolare tra i locals è decisamente una baia stupenda, ci sono diversi raggruppamenti di coralli nella parte sinistra della baia e al centro. L’unico problemino è che le auto a noleggio non possono passare nella strada scassatissima a meno che non sino dei 4×4. Spiaggia selvaggia spesso significa “difficile da raggiungere”.
Radical Bay: spiaggia pacifica e poco frequentata è anche un punto di passaggio per raggiungere Balding Bay, un’altra deliziosa spiaggetta dove passare la giornata.
Sull’isola si possono fare anche tantissimi trekking in maniera indipendente, dai più semplici e leggeri a salite un pochino più impegnative, se volete fare una di quelle più lunghe vi consiglio di partire la mattina all’alba (ore 6/6:30 circa) perché poi il caldo si fa davvero sentire.
Hawkings Point (600 m 30 min)
Scenografica e cortissima, è la più facile per arrivare ad un punto panoramico. Il sentiero parte dalla fine di Picnic Street, vicino a Picnic Bay. Da lassù si può vedere a sinistra Cape Cleveland e il Mt. Stuart (quello con le antenne TV), il picco più alto di tutta la zona.
Da Nelly Bay ad Arcadia – 5km one way (2.5 ore)
Da Nelly bay questa camminata passa attraverso una foresta, sale fino ad Horseshoe Bay. Bella ma principalmente esposta al sole, quindi… Crema!
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