Non vorrei mai essere nei panni di Cabiria. O di Cristina. Ma neanche dell’Irene, di Serena o della Franci . Loro sono straordinarie ma hanno fatto un grosso errore, anzi, un paio. Hanno aperto il cuore e sono diventate mie amiche, ma oltre ad essere amiche sono anche blogger quindi di queste cose con loro ne posso parlare. E loro lo sanno che a scadenze regolari io vado in crisi, il web mi soffoca, mi arrabbio tantissimo, comincio a inveire contro tutto e contro tutti, voglio chiudere il blog e ritirarmi a vita viaggiosamente privata. Io amo scrivere più di ogni altra cosa, ma io e il web, i blogger, tutta questa roba… Non ce la facciamo proprio ad andare d’accordo ed è come mettermi su un paio di tacchi: la serata la faccio e cammino anche benino senza sembrare un tirannosauro, ma poi ho bisogno di tornare ai miei stivali, quelli bassi con le suole un po’ consumate.
E così vado in crisi, mi chiudo nel silenzio della mia vita simil normale. Progettiamo viaggi. Tre sono già stati prenotati, e non tre viaggetti, tre viaggioni, di quelli che mi fanno paura e mi stravolgono la pancia.
Stiamo ancora guardando tutti gli itinerari, a tempo debito chiederò aiuto a chi c’è stato. Ascolterò i consigli di chi è più esperto di me in una terra nuova ai miei occhi.
E’ bello ascoltare i consigli, non rifare gli errori che magari qualcuno ha già fatto.
Poi in questo momento la vita mi ha spinto a rallentare, a pensare solo alle persone, all’importanza delle amicizie, del tempo che gli dedichi, all’amore.
A breve la mia vita verrà stravolta e voglio essere pronta, perchè gli schiaffi al cuore ricevuti ultimamente mi hanno ricordato che non sei mai pronto alle cose brutte, quindi impara a goderti quelle belle, fino in fondo, a casa come in viaggio.
Chiudo gli occhi e mi guardo da fuori: è una cosa che va fatta ogni tanto. Guardarsi dentro, guardarsi da fuori e tirare una riga.
Quando ho lasciato il lavoro volevo viaggiare. Non fare la travel blogger.
Ho sempre detto “io devo andarmene di qui”, scappare lontanissimo, vedere l’Asia, Australia, viaggiare a piedi scalzi con uno zaino in spalla, imparare bene l’inglese, conoscere persone di tutto il mondo. Volevo viaggiare.
I miei piedi sulla strada hanno riattivato il sangue alle dita e al cervello, e la scena che mi scorreva davanti agli occhi era sempre il finale de “l’appartamento spagnolo”, in cui lui fugge a gambe levate e si sente la sua voce bambina che gli ripete “io voglio fare lo scrittore”…
Voglio fare la scrittrice. L’ho sempre voluto. Voglio continuare a scrivere con amore, voglio continuare a sentirmi dire “dopo averti letto ho prenotato un volo”.
Nella mia vita mi sono stati concessi 5 anni di tentativi per scrivere e realizzare i miei sogni, sto entrando nell’ultimo anno. Poi a marzo 2017 ci sarà la resa dei conti, allora avrò fallito, o avrò vinto.
Sono entrata nel mondo dei travel blogger grazie alla Vale, mi sono guardata in giro: l’entusiasmo era totale, assoluto.
Leggevo persone che facevano viaggi, blogtour ed eventi fantastici, mi sentivo piccola e limitata come una zucca nell’orto: avevo viaggiato, ma mai gratis, sempre con sacrifici, rinunce, errori, conquiste.
I blogger viaggiavano gratis. Mi sembrava un sogno. Gratis.
Non mi sembrava vero di poter ricevere biglietti aerei e hotel senza dover spendere un centesimo, essere servita e riverita solo per il mio lavoro di blogger, per mandare tweet e foto… Scrivere.
Poi ho cominciato a conoscere le persone dal vivo, alcune mi piacevano, altre mi facevano pensare “ma questo dove cazzo ha vissuto fino ad adesso?”, l’immagine patinata di certi personaggi sbiadiva di fronte alle persone reali.
E mi sono rimessa a leggere il loro blog e non mi sembrava più poi così bello, e neanche quella persona che avevo un po’ idealizzato e seguito in viaggi organizzati dall’#hashtag davanti.
Quando penso al mondo del travel blogging mi scorre davanti continuamente la scena di “the Truman show” quando lui comincia a realizzare che c’è qualcosa che non va e chiede alla moglie, e lei gli dice di provare una cioccolata calda.
E’ quella l’immagine centrale di tutto: cerchi informazioni, e uno ti mette il link sponsorizzato e ti racconta in un post dalle battute limitate, delle avventure artificiali condizionate dalla bellezza di un ufficio del turismo che cerca di lustrarsi e vendersi – a ragione – al meglio.
E’ stata la deriva di un mondo partito bene e che sta finendo male.
A me piacciono i viaggiatori, quelli che sanno sporcarsi le mani.
Mi piacciono i viaggiatori che scelgono di mischiarsi realmente tra la gente, senza il pullman del tour operator che li aspetta per portarli alla tappa seguente, mi piacciono quelli che trovano i ristoranti buoni grazie ad un consiglio, i musei brutti, gli autobus scassati, le piccole lussuose concessioni dopo un viaggio di piccole rinunce. O quelli che non nascondono il fatto che viaggiano comodi senza problemi di soldi, ma sono coerenti, anche se preferisco sempre i viaggiatori da battaglia.
Mi piacciono quelli che scelgono la loro strada senza condizioni, perchè è quella che gli altri possono davvero seguire.
Mi piacciono quelli che raccontano di quella volta che si son trovati a maledire Montezuma seduti sul water, ma senza farlo solo per sponsorizzare un prodotto.
Quando sono stata in Nuova Zelanda ascoltavo le storie di viaggio di Roberta, l’amica di Gianni che vive là da qualche anno: prima della Nuova Zelanda è stata l’Australia, la Florida, New York, viaggi in Alaska, Tonga, Samoa e mille altre destinazioni che a malapena avevo sentito nominare.
Mi sono sentita piccola: e adoro quella sensazione, perchè sento che la persona che ho davanti ho tantissimo da insegnarmi.
C’è chi vive di blogging, quindi capisco tutto: sono scelte che uno decide di fare. Non è la mia, o almeno, non lo è adesso. Non rinnego i post sponsorizzati o le collaborazioni (a breve uscirà una mia collaborazione con Lenovo) non sono assolutamente intransigente a riguardo: se per una cosa che sceglieresti comunque vieni anche pagato per parlarne, che male c’è? Ma cosa diventa un blog se ogni singolo post lo è? Ogni foto su facebook, twitter o instagram lo è? Cosa ti piace davvero?
Ho alcuni progetti in ballo, ma sono solo cose che io condivido, che avrei scelto comunque anche senza essere pagata. I soldi fanno comodo, soprattutto se sono gli unici che ti entrano.
Ho cercato con viaggi di nozze low cost di trovare l’equilibrio tra il lavorare sul web e il non dover svendere le pagine del mio blog che continuo a voler tenere come bacino dove attingere se ti serve un consiglio o se hai voglia di leggere un racconto.
O un pezzo di vita.
Il mondo dei travel blogger è fatto di amicizie, di condivisione, di suggerimenti e aiuti. Ma è come un grande e gigantesco ufficio spalmato su tutta Italia con tanto di odi, invidie, sgambetti e raccomandati.
E’ come ogni altro mondo fatto di competizione assoluta, ha la tendenza a mettere prima di tutto in cattiva luce gli altri.
C’è quella senza personalità che copia tutto spacciando le citazioni per sue, c’è quella che ha bisogno di un supporter continuo che dica a tutti “come è brava, guarda un po’ la migliore, nessuno è come lei, gli altri non sono nulla in confronto”, c’è quella che fa la low cost ma poi va negli alberghi a 5 stelle, c’è il personaggio sopra le righe, la volgare, la chic, quella arrabbiata, quello amico di tutti, quello che non lo è di nessuno. Vi sembra che sto parlando dei vostri colleghi d’ufficio?
Il punto qual è allora? La domanda di base è: perché ti scoccia tanto? Si tratta di lavoro. Giusto.
Ma si parla di viaggi.
La strada ti insegna come il tuo passo può essere il ritmo per qualcun altro, e non per forza devi pestargli i piedi.
Se hai viaggiato davvero sai che le persone sono la risorsa più straordinaria a cui attingere, se hai l’apertura del cuore per far sì che gli altri possano prendere a piene mani da te.
Il viaggio è per eccellenza il modo migliore per crescere, evolversi diventare persone migliori.
Come puoi vedere la Cambogia e poi buttare i soldi per una borsa costosa? Come puoi fare le foto ai poverelli e poi metterti in mostra con la tua nuova magliettina H&M che ha un’etichetta Made in Bangladesh che ha come sottotitolo “grazie allo sfruttamento di persone disperate”?
Ci sono blogger che sono stupendi viaggiatori, ci sono viaggiatori che sono pessimi blogger.
Ecco, io preferisco seguire questi.
Scrivere per scrivere non serve a niente e non fa di noi dei viaggiatori. Riempire pagine vuote con parole ancora più vuote.
Se siete viaggiatori, sapete da soli che non è quello che la strada via ha insegnato.
62 Comments
Che post meraviglioso! Non posso che essere d’accordo con te. Ripenso sempre quando eravamo a Rimini e mi hai detto: “Sai Franci tu hai viaggiato più di alcune travel blogger” l’ho preso come un complimento e nel mio piccolo ci credo davvero, perchè viaggiare mi rende viva, felice, mi fa respirare, mi fa essere una persona migliore. Ho sempre viaggiato con i miei risparmi, con i soldini messi da parte, perchè quando fai sforzi per ottenere qualcosa, questo vale ancora di più! Continua sulla tua strada, sei brava, hai talento da vendere (e non svendere) e riesci a trasmettere nelle tue parole tutte le emozioni di un viaggio!
28 Gennaio 2016 at 15:12la vita conquistata e scelta ha sempre tutto un altro gusto…sei un tesoro <3
28 Gennaio 2016 at 15:22Talmente perfetto che non serve che aggiunga altra parola.
28 Gennaio 2016 at 15:18Ah sì! Ti adoro dal nostro Nordic Walking, ma questo già lo sai
io aspetto ancora di ributtarmi nell’acqua gelata con voi! <3
28 Gennaio 2016 at 15:20Condivido tutto e ritrovo nelle tue parole la mia scelta di non essere più etichettata come una travel blogger ma solo una viaggiatrice secondo il mio stile e raccontare il mondo attraverso gli scatti di streetphotography. Se poi qualcuno ha bisogno di info al volo e sono in grado di darle, lo faccio molto volentieri. Come si è sempre fatto prima dei tb del resto.
28 Gennaio 2016 at 15:33Hai scelto una strada, quella che sentivi più adatta a te. Ecco quello che intendo. Se poi ti mandano a casa una fotocamera da provare ci sta, è adatto a te.
28 Gennaio 2016 at 16:43Niente etichette, solo strada. Mi sembra la scelta migliore 🙂
Esatto Paola. E poi condivido la sensazione che in taluni casi non si esca manco di casa per comprare il pane senza un bt alle spalle.
28 Gennaio 2016 at 18:56Ciao Paola,
ce ne sarebbero molte da dire. Anch’io ho la sensazione che qualcosa non vada più come prima ma io sono qui dentro il web da poco tempo. Alcuni di noi si sono persi di strada e non c’è più genuinità, forse. Non so dove sta l’errore, forse nella gestione “markettara” a tutti i costi, dove i principi si perdono in contorte vie. Forse si possono fare soldi in modo più etico, almeno io ci credo. Forse si può viaggiare e basta, come fa Cabiria che tu hai citato all’inizio. Forse bisogna trovare la propria strada, in base a quello che si sente veramente e non perché “ho bisogno di soldi”. Io sto facendo mia questa idea, spero mi porti lontano e senza rimorsi.
28 Gennaio 2016 at 15:38La sensazione è questa, che qualcosa nel mondo del travel blogging si sia rotto. E’ tutto un equilibrio tra il lavorare e vivere la passione dello scrivere e viaggiare. Allora non è meglio avere un altro lavoro e viaggiare liberi e scrivere ancora più liberi? Ho sempre la sensazione che sia un argomento in cui ci si appiccica facilmente, non se ne esce mai puliti, e i punti di vista diversi sono spesso buoni. Sicuramente un buono spunto di riflessione no? 🙂
28 Gennaio 2016 at 17:32Si, sicuramente. Il tuo post invita alla riflessione e alla discussione. Io voglio viaggiare e raccontare, privilegiando sempre di più destinazioni e storie che abbiano valori e non solo valore economico: un turismo sociale-culturale-spirituale-creativo, qualcosa che forse non ha definizione ma che accende l’entusiasmo per le cose belle che avvengono in giro. Allora andrà bene fare anche markette, perché serviranno a parlare di realtà imprenditoriali etiche.
28 Gennaio 2016 at 20:30Ciao, ho scoperto il tuo blog grazie a questo meraviglioso posto.
Complimenti, le tue parole sono perfette e fanno riflettere tanto. Pensi quello che penso io, anche se io sto ancora facendo lo stage nell’ufficio dei travelblogger.
Ogni giorno penso che vorrei che il mio piccolo blog diventasse un giorno il mio lavoro e la mia entrata principale. Ma poi penso che i viaggi non possono essere un lavoro: viaggiare è il mio amore più grande ma so bene che cosa voglia dire lavorare. Il sorriso alla persona a cui sputeresti in faccia, le invidie, i colpi bassi, sono cose che accetto sul lavoro, ma che non accetterei se si tratta di viaggi.
I viaggi sono per me amore puro e non vorrei mai vederli contaminati.
Scusa se mi sono dilungata 🙂
28 Gennaio 2016 at 15:46Macchè dilungata! Se questo è il tuo pensiero rimani così, non prendere scorciatoie o strade sterrate in questo caso, non sporcarti le scarpe.
28 Gennaio 2016 at 17:37Se deve crescere il blog lo farà in maniera naturale. Ci sono tanti blogger all’estero che vivono di viaggi senza scadere. Magari un giorno sarai una di quelle!
Vado a vedere il tuo blog!
un abbraccione
Capisco perfettamente di cosa parli. Ci sono passato e io e ho preso la decisione di chiudere tutto e godermela. Pareva una follia, eppure chiusa questa porta sul mondo virtuale se ne sono aperte moltissime nel mondo reale… e il bello è che continuo a viaggiare e fotografare. Chiudi tutto e goditela.
28 Gennaio 2016 at 16:04Nei miei momenti di insofferenza assoluta mi vieni sempre in mente, il tuo sparire dai radar per un bel po’ che ha fatto bene a te, alle tue foto, al tuo mondo.
28 Gennaio 2016 at 17:35Le porte nel mondo reale sono tutta un’altra cosa, diciamocelo 🙂
Sto scrivendo poco e vivo molto, è decisamente meglio.
ti abbraccio
“Se hai viaggiato davvero sai che le persone sono la risorsa più straordinaria a cui attingere, se hai l’apertura del cuore per far sì che gli altri possano prendere a piene mani da te.
28 Gennaio 2016 at 16:13Il viaggio è per eccellenza il modo migliore per crescere, evolversi diventare persone migliori.”
Hai detto tutto in tre righe, non c’è altro da aggiungere.
Anzi, una cosa forse sì: anche io non vorrei essere nei panni di Cabiria. 😛
Io non vorrei essere nei panni di Cabiria quando si mette i pantaloni bragoloni con gli elefanti… ahahah
28 Gennaio 2016 at 17:29ti abbraccio viaggiatrice <3
Come ti capisco… sto vivendo una fase di chiusura nella quale viaggio ma non scrivo più, non riesco più a raccontare dei miei viaggi. Sono in un momento in cui viaggio per me e non per condividere con gli altri, ma soprattutto ho scoperto che mi piace scrivere senza essere intrappolata in un blog. Tornata dal mio ultimo viaggio ho aperto un foglio bianco sul pc invece che loggarmi nel blog. E sto scrivendo. Prima di questo viaggio, ne ho fatto un altro di cui sono riuscita a scrivere solo due post, ma ho ancora tante cose che non riesco a esternalizzare… Ti capisco quando dici che vuoi chiudere tutto, ci penso anch’io almeno una volta all’anno… chissà come finirà!
28 Gennaio 2016 at 16:22FOrse dobbiamo davvero scrivere solo quando ci va e cosa ci va, perchè così escono i pezzi migliori, quelli appassionati, fatti di pezzi di viaggio. Però adesso quel foglio bianco vorrei leggerlo 😉
29 Gennaio 2016 at 17:53ti abbraccio forte
Cara Paola, anche questa volta (non so esattamente come fai, ma lo fai) mi sembra che tu abbia dato voce a pensieri che ho anche io. Grazie per avere detto queste cose. Di lavoro scrivo, ma il mio percorso con il blog e il mondo social è iniziato tutto sommato da poco. Ci sto ancora prendendo la mano e questo tuo post è davvero prezioso!
28 Gennaio 2016 at 16:51😉
Letizia
La tua testa, il tuo lavoro e la tua bellezza d’animo sono sicura che ti faranno prendere le strade giuste. E non vedo l’ora di parlare di queste cose con te dal vivo <3
29 Gennaio 2016 at 17:57“A me piacciono i viaggiatori, quelli che sanno sporcarsi le mani”
28 Gennaio 2016 at 17:26Bellissima questa frase!
Condivido molto il tuo punto di vista ☺
Ciao Francesca, mi fa piacere che “giochi nella squadra dei viaggiatori”…. O dei sognatori? 🙂
29 Gennaio 2016 at 17:57C’è quella che ha bisogno di scoprire il november pork e lo impara.
28 Gennaio 2016 at 17:32Bel post!
lo impara a suon di ciccioli appena fatti… <3 come stai bellezza?
29 Gennaio 2016 at 12:07Ho letto il post tutto d’un fiato come mi succede sempre con i tuoi post, siano essi di viaggio o di blogging. Ti leggo sempre con questa foga perché tra queste pagine mi sento al sicuro, so che non dovrò fare lo slalom tra le ovvietà e le marchette, so che scrivi dal cuore. Farsi delle domande non solo è lecito, ma salutare. Anche io un giorno su due vorrei rivoluzionare tutto, mai che voglia smettere di scrivere però. Anche io mi domando come facciano a piacere soggetti che a me danno sui nervi, poi faccio pace col mondo, pensando che c’è posto per tutti quando si agisce secondo gusto e coscienza. Non sono contraria alle sponsorizzazioni e ai tour perché altrimenti sarei incoerente, ma sono anche attenta nella scelta e soprattutto non tradisco mai chi sono e di conseguenza i miei lettori. Con queste poche linee guida e di buon senso vivo meglio, ma non smetto di farmi domande. Questo flusso di coscienza per dirti di fare solo quello che ti fa stare bene, il resto ce lo lasciamo per qualche battuta e qualche risata! Sei grande.
28 Gennaio 2016 at 17:33Mumble… Riscrivo il commento perchè si è perso nell’etere!
29 Gennaio 2016 at 18:02“Tra queste pagine mi sento al sicuro”… C’è una cosa più bella che tu potessi scrivermi? Penso proprio di no. I viaggi dovrebbero essere raccontati seduti in poltrona con un bicchiere di vino in mano (no, tu no adesso! Niente vino eh!), davanti ad un camino. Ma visto che non si può sempre fare, anche se solo riesco a dare un minimo questa sensazione sono già maledettamente felice.
C’è posto per tutti, ma scegliamo chi ignorare, no?
Ti abbraccio mia love blogger del cuore, se fossero tutti come te saremmo in un mondo fantastico <3
“Scrivere per scrivere non serve a niente e non fa di noi dei viaggiatori. Riempire pagine vuote con parole ancora più vuote.”
28 Gennaio 2016 at 17:50A volte mi sento in colpa quando passo del tempo senza scrivere, ma poi arrivo a questa stessa conclusione. Se non ho niente da raccontare, preferisco non dire nulla, e se anche dovesse uscirmi un solo post ogni sei mesi ma buono come questo, potrò essere felice.
Non ti curare di invidie, sgambetti e raccomandati, continua a scrivere come sai fare perchè è così che tutti noi lettori ti amiamo. In bocca al lupo, e buoni viaggi.
Che meraviglia leggere un travel blog così sano. Sei un’isola felice.
28 Gennaio 2016 at 17:58(E la scena di The Truman Show mi fa cappottare ogni volta!)
E tu sei un amorino vero <3 Grazie Ire, detto da te vale doppio, sempre!
29 Gennaio 2016 at 11:00Cara Paola, nelle tue parole mi sembra di rileggere i miei pensieri che covo (e non ne faccio per nulla mistero) da moltissimo tempo.
Quando ero piccola il mio desiderio era quello di aprire una libreria, di conoscere storie e autori dei tutti i libri che avrei venduto… poi questo sogno si è evoluto in quello della scrittrice, ma subito stroncato dal luogo comune che la scrittura non porta il pane a tavola. Triste verità, in parte.
Amo viaggiare, ho sempre amato viaggiare, ma a dirti la verità il tenere un blog di viaggi per certi versi mi ha abbassato la voglia di farlo “perchè poi ne devi scrivere”. Se guardi il mio blog, per esempio su Parigi ci sono 3 articoli e nessuno dei tre parla delle 5 cose da vedere… scelte stupide? Probabilmente, ma mi piace poter scrivere quello che voglio, è vero, il mio posizionamento non è dei migliori come nemmeno le visite che faccio, ma viaggiare deve rimanere una passione, lo scrivere anche, quindi preferisco non vivere del mio blog di viaggi, ma di tenerlo lì come una finestra nel mio piccolo mondo di viaggetti e di crearmi un business a parte.
Perdona la lunghezza di questo post, con anche una nota malinconica tra le parole, ma non avevo altro modo di esprimere il mio pensiero.
Un saluto
28 Gennaio 2016 at 18:05Ci sono state delle volte che mi sono sentita schiava del blog: “devo scrivere, è troppo che non scrivo”, e i post che ne son venuti fuori sono spesso mmmmolto più brutti di altri scritti col cuore.
29 Gennaio 2016 at 10:59E’ ovvio che se uno lo sceglie come lavoro non può essere solo una cosa di sentimento e “scrivo quando mi sento”, però sono sempre stata convinta che le due cose potessero andare a braccetto.
Sto cercando di creare un business a parte proprio per questo motivo, per scrivere solo post in cui non mi sento costretta.
Ma si sa, io sono l’avvocato delle cause perse e una cavolo di idealista 🙂
un abbraccio
Ciao Paola,
28 Gennaio 2016 at 23:48un post che mi ha fatto riflettere e sorridere. Perchè oltre agli evidenti spottoni (o marchette), in questi mesi mi sono imbattuta in blogger che ti dicono come muoverti in un Paese PRIMA ancora di esserci andati, altri che ti sparano sentenze definitive su città complesse vissute (?) per 2 notti, altri che, pur di aggiungere bandierine al loro piccolo planisfero, infilano in una manciata di giorni quante più tappe possibili quando una sola di esse sarebbe valsa l’intero viaggio… Poi certo, proprio come il mondo, il web è bello perchè è vario ma… qual’è il senso dello scrivere, del viaggiare in questo modo?
Volenti o nolenti, i blogger ‘veri’ – da cui io mi tolgo eh! – influenzano la loro fetta o fettina di pubblico che sia e, bhè, non mi sembrano questi i messaggi da passare. E credo che i ‘viaggiatori che si sporcano le mani’ – quelli più umili e per questo più veri – ne siano consapevoli.
Questo per quanto riguarda il riflettere. In quanto al sorridere, invece, è bastato il “c’è quella che fa la low cost ma poi va negli alberghi a 5 stelle” 😀
Buone scelte Paola, di viaggio ma soprattutto di vita.
cris
Hai centrato il punto: mi preoccupa che la gente viene influenzata da viaggiatori trasognati che dicono che tutto è bello, e partono per destinazioni che magari non sono semplici e il loro viaggio viene fuori una schifezza assoluta.
29 Gennaio 2016 at 10:47Vivere e raccontare esperienze vere è sempre la scelta migliore per poter dare consigli, che dici? Un mega abbraccio
Cara Paola. Basta, è tutto quello che so dirti. Benvenuta nel club. Così giovane e già hai capito.
29 Gennaio 2016 at 5:18La condanna di persone come noi che amano analizzare la vita e guardarla da tanti punti di vista… Grazie per avermi letta, per una volta capita il contrario 🙂
29 Gennaio 2016 at 10:44Ma quanto é bello fare colazione e leggere questi post; invece che guardare il giornale o sorbirsi le puttanate mattutine che ti rifilano i tg.. Tutto d’un fiato ho letto, al termine avevo ancora un biscotto in mano, e mi sono a ridere tra me e me 🙂
29 Gennaio 2016 at 8:21Quanti biscotti hai mangiato, il post era lunghetto 🙂 Magari un giorno ne parleremo davanti a un gelato 🙂
29 Gennaio 2016 at 10:44Questo post conferma quello che ho sempre pensato di te: ci sono i travel blogger e poi ci sono i viaggiatori che raccontano i viaggi come Paola. Ti ringrazio per aver ricordato a tutti che la vita è fuori, che viaggiare è un’altra cosa. Non siamo QUANTI followers abbiamo. Troppo spesso mi sono sentita “un pesce fuor d’acqua” rispetto a quei travel blogger sempre iperconnessi, con il blog sempre aggiornato e sempre in partenza per un nuovo blog tour. Io che sono sempre in affanno, che ho ancora un mondo di viaggi fatti da raccontare e un’infinità di nuovi viaggi da fare, da immaginare. Ogni tanto penso di mollare il blog, ma poi mi ricordo che ho deciso di aprirlo spinta solo dalle mie passioni: viaggiare-fotografare-raccontare. E vado avanti!
29 Gennaio 2016 at 11:21PS Dove ti porterà il tuo prossimo viaggio?
Non siamo quanto followers abbiamo. QUesto pensiero è la cosa più vera che potessi dire, ma quanto ci sentiamo meglio quando crescono di numero?
1 Febbraio 2016 at 12:07QUanta forza e personalità bisogna avere per non sentirsi solo personaggi incastrati in quei numeri?
Non è facile come riflessione secondo me, che dici?
Il prossimo viaggio sarà nell’unico continente mai toccato… E me la faccio sotto 🙂
Spersonalizzarsi mai. Io e te amiamo scrivere, di tutto, anche di viaggi. Slegati, sinceri e in profondità. Almeno per me è una necessità a prescindere se possa o meno piacere il come o il cosa. E mai potrei cambiare la mia natura perché in quel momento non mi riconoscerei più e le persone poco credibili bruciano in fretta come un cerino acceso. Resta te stessa e farai felice te e chi ti legge. Un bacio neosposa
29 Gennaio 2016 at 13:06[nota per i lettori di commenti: non mi sposo! c’è stata una svista chiarita subito con Sicania 😀 ah, e non sono incinta, visto che me lo avete chiesto!]
1 Febbraio 2016 at 12:10Forma vs sostanza, persone vs personaggi, credo sia sempre qui la lotta fondamentale.
Io sono felicissima quando strappo dei sorrisi da orecchio a orecchio nei lettori, non c’è soldo che tenga 🙂
ti abbraccio
Ciao Paola, leggo sempre i tuoi post perché, primo, sai scrivere e, secondo, si percepisce chiaramente la sincerità che c’è dietro. I blog dove tutto è sponsorizzato hanno sempre un retrogusto di “confezionato” e annoiano in fretta, come gli spot pubblicitari. Cerca di trovare il tuo equilibrio, ma ti prego, non smettere di scrivere ;).
29 Gennaio 2016 at 14:24Commenti come questo mi inchiodano sempre di più nella mia posizione: mi dici che si sente la mia sincerità, come posso imporre a chi mi legge qualcosa in cui non credo? 🙂
1 Febbraio 2016 at 12:12Il mio equilibrio è quello di quando vai in bicicletta: per stare in piedi devi pedalare… Io devo viaggiare 🙂
un mega abbraccio
Sulle sponsorizzazioni la penso esattamente come te!
29 Gennaio 2016 at 17:04Ho un blog da poco e non sono stata spettatrice di questa trasformazione di cui parli, da quando sono entrata in questo mondo però mi sono subito accorta che c’era qualcosa che girava storto.
Che sei il mio mito te l’ho già detto, ma te lo ripeto volentieri! 😉
Tu sei un tesorino vero <3
1 Febbraio 2016 at 12:24Ti sei accorta che qualcosa girava storto perchè hai una testolina funzionantissima 😉
ti abbraccio forte
Ciao Paola, ieri appena ho visto la notifica del post mi sono fiondata a leggerlo, sai cosa stavo facendo fino a tre secondi prima? Avevo attaccato un megapippone al mio ragazzo sul senso del mio blog, ed ha solo 6 mesi! Ma io sono anche la regina delle pippe mentali. Riflettevo su quello che faccio e sui tanti blog che vado a spulciare o nei quali incappo per caso e, non so, ho la sensazione che la situazione stia un po’ sfuggendo di mano. Tutti vogliono viaggiare, ok, tutti vogliono parlare di viaggi, ok, tutti vogliono scrivere, ok. C’è posto per tutti e scelgo chi seguire. C’è posto per i sinceri, gli arrivisti, i copioni, gli originali, gli autoesaltati, quelli per cui tutto è sempre super, quelli che devono mostrare la loro vita fantastica con 800 post al giorno su ogni singolo social e viaggioni ogni 2 mesi in cui soggiornano in resort (sponsorizzati perchè poi ti mettono il link nel post) e poi ti raccontano le favelas. Con quale faccia scusa? E dicono che viaggiano con i risparmi. Mah. Con i risparmi! Non prendiamoci in giro! Ho 33 anni, so quanto è dura arrivare a fine mese, conosco il valore del denaro, so come funziona il mondo del lavoro e che nessuno ti regala niente. Io più che per le marchette e gli hashtag sono incazzata nera con i falsi miti che vengono creati. Io mi sento responsabile verso quei 4 gatti che mi seguono, che se sono persone normali sicuro si chiederanno ” ma come fa questa a viaggiare così?”, oddio magari non proprio io dato che di viaggi belli e fighi ne potrò fare si e no uno all’anno e va bene così, mi piace studiare, guadagnarmi e sudarmi il mio viaggio fino alla fine, errori compresi. Non mi reputo una grande viaggiatrice, devo imparare tanto, cerco solo di muovermi per il mondo appena posso a fronte di grandi sacrifici e cerco di farlo in punta di piedi, di trarre il meglio. Iniziare a viaggiare è stato il più grande regalo che potessi farmi e scrivere mi ha aiutato tanto, e non è una frase fatta credimi! La vita a volte fa dei giri troppo strani per farci capire chi siamo e che faccia abbiamo. Continuo per la mia strada, continuo (come spesso hai detto anche tu) a coltivare il mio orticello e lo faccio per me anche se non sarò mai una brava blogger (chissenefrega). Ho fatto tanta pulizia, seguo solo chi mi ispira, chi scrive e viaggia con il cuore in mano, chi ne parla poi senza spocchia. Chi può e sa arricchirmi anche attraverso il monitor di un pc. Tu sei una di quelle. Periodi di crisi a parte, non mollare mai questo blog, anche solo per articoli così. Sinceri, reali, veri. I migliori. (Scusa se ho scritto troppo).
29 Gennaio 2016 at 17:18…mmmh e fare un copia incolla di questo commento sul tuo blog? E’ adorabile questo flusso di pensieri… Non ti conosco ma ti immagino che gesticoli e sbatti i pugni sul tavolo.
1 Febbraio 2016 at 12:33Scrivere aiuta sempre tantissimo anche perchè poi quando rileggi quello che hai buttato sulla carta (o sul monitor), guardi tutto da un’altra prospettiva, rielabori e costruisci un’altro tipo di consapevolezza.
” sono incazzata nera con i falsi miti che vengono creati”: anche solo andare in un posto che hai sognato tramite pagine patinate, e magari hai investito il poco tempo e i soldi risparmiati… Beh, cavolo, ti incazzi sì 🙂
Mi piaci! Ti abbraccio forte
Beh…diciamo l’argomento è ancora in fase di “maturazione” per farne un post, anche se credo che prima o poi arriverà! 😉 Leggere come la pensi mi ha fatto sentire come dire, meno sola in quello che sembra un mondo fantastico. Io mi arrabbio per quello che vedo (e che leggo) ma poi bene o male riesco a non farmi intortare più di tanto, o meglio dopo un po’ apri gli occhi e inizi a scegliere tra quali pagine rifugiarti e inizi a seguire chi viaggia e ti fa sognare anzichè lasciarti con un bah ed un attacco di fegato! Tu continua così, a mio avviso non c’è cosa più bella che ispirare le persone a realizzare un sogno che poi diventa un viaggio! Anche se tutti scrivono di viaggi, ispirare…beh è tutta un’altra storia! 🙂
1 Febbraio 2016 at 18:11Bellissimo questo post e riassume tutto ciò che penso. In quei pochi BT a cui ho partecipato mi sono sentita in certe occasioni una marziana….non che non stessi bene con le persone insieme a me, ma vedevo le cose in maniera diversa, con occhi diversi…guardavo le mie bambine e mi chiedevo se fosse davvero quel modo di viaggiare che volevo per loro…mi sono tirata un po’ indietro, in disparte….lontana dal caos, dalle corse e dal vedotuttoinunweekend le ho osservate muoversi a passo lento in montagna ed ho capito quel che desideravo per loro. Un viaggio che fosse vero, che” riempisse”e che le facesse sentire delle bambine vere…grazie per questo post che mi fa sentire meno sola e più reale nel mio voler raccontare sempre le #solocosevere….
29 Gennaio 2016 at 21:10Ciao Daniela, che bello che tu guardi al loro mondo prima che al tuo…Il viaggio è un momento di formazione profondo secondo me, ma per crescere bisogna sempre scontrarsi con la realtà, a volte fatta di giornate e viaggi andati male 🙂 Non sei sola, siamo tanto! Ti abbraccio forte
3 Febbraio 2016 at 8:17Concordo con le tue parole, le strade dei travel blogger sono tante e diverse, i viaggiatori sono un’altra categoria, differente. Paola, i tuoi innumerevoli viaggi ti hanno cambiata, ti hanno reso una persona migliore, ti hanno fatto capire , ti hanno reso speciale, la persona che ora sei ed io uno fortunato a conoscerti!
30 Gennaio 2016 at 10:07Detto da te Chris, vale davvero tanto.
3 Febbraio 2016 at 8:17Sempre a piedi nudi, sempre verso nuovi orizzonti.
Ti abbraccio fortissimo
Ciao Paola,
onestamente non so perché sto scrivendo questo messaggio, ma ho la sensazione che sia giusto farlo.
Sono una viaggiatrice svizzera che è arrivata in Australia passando per l’Asia e andrà presto a vivere in Sudamerica. Non possiedo nessun blog ma da quando sono incappata casualmente nel tuo ho scoperto il variegato mondo dei travel blogger. Il tuo post ha confermato la mia impressione generale sui blog di viaggio in lingua italiana e sul fatto che siano spesso altri blogger a leggerli e a commentarli. Un universo un pò chiuso e ruotante su se stesso, fatto di blogger che alimentano altri blog e che sono spesso incapaci di comunicare la propria passione, amore e rispetto per gli incontri, le emozioni e la sensazione di libertà di cui si nutre il nostro viaggiare.
Però sai che c’è di bello? Che tu arrivi dritta a destinazione. Arrivi tu, la tua esuberanza verso la vita e la tua sincera passione per il viaggio. Continua a farti domande e a denunciare ciò che vedi e senti, ma con la certezza che la strada che hai scelto è quella giusta. Complimenti!
31 Gennaio 2016 at 6:45[appena cerco di riconcentrarmi dopo aver letto il tuo “arrivata in Australia” ti rispondo!]
3 Febbraio 2016 at 8:28Un non blogger credo che noti di più quanto questo mondo sia assolutamente autoreferenziale, un continuo dire agli altri “io c’ero, io sono stato lì”.
Io non c’ero, ero sempre da un’altra parte. Sulla strada. 🙂
Grazie di cuore per questo commento, spero di incontrarti su quella strada e che il Sudamerica ti porti in Colombia <3
Ti abbraccio
Ciao Paola, non eravamo ancora mai passati qui sul tuo blog, ma quando abbiamo letto la notifica su facebook il pensiero di leggere qualcosa di così spontaneo e reale ci ha subito incuriositi.
31 Gennaio 2016 at 19:33Noi siamo dei novellini, appena tre mesi fa abbiamo aperto il nostro blog e ancora non sappiamo neanche come funziona.
Ma vediamo già tante cose in giro che non ci piacciono, o meglio, che ci fanno pensare.
Leggendo questo articolo mi sono fermata a riflettere : ” e se un giorno il mio amore per i viaggi, il mio staccare la spina dalle mille delusioni e ostacoli di tutti i giorni grazie ad una semplice partenza, alla scoperta di una nuova città, di una nuova realtà, dovesse cambiare? se questo amore per il raccontare i miei viaggi dovesse omologarsi solamente per essere considerato “giusto” sul web?” …sai, come quando scopri un nuovo gruppo, uno di quelli nati da poco e le canzoni sono fantastiche, sincere, emozionanti… e poi dopo qualche anno diventano commerciali, e ti chiedi che fine abbia fatto la magia, il testo, la musica, l’atmosfera, capendo con tristezza che per andare avanti devi finire per forza così. Ecco , finire.
Si è vero, ci sarà sempre tanta gente che viaggerà due volte a settimana e che collaborerà con mille enti del turismo,aziende ecc ecc, alla fine avrà visto il mondo spendendo poco e niente. Ma gli sarà mai capitato di non sentirsi più autentica? di sentirsi un gruppo musicale arrivato a dover fare pezzi commerciali per non sparire?
Noi continuiamo ad avere tantissima voglia di portare avanti i nostri sogni ed i nostri progetti, con la speranza che questo possa diventare per noi un modo di far emozionare, far sorridere, spingere a viaggiare. E soprattutto di conoscere altre persone, di confrontarci e vivere il viaggio insieme a loro.
Grazie per questo articolo.
Ho letto questo post tutto d’un fiato e la riflessione che hai fatto mi è piaciuta davvero tanto, anche perchè condivido tutto quello che hai detto. Non conosco i blogger famosi così a fondo da capire a chi ti riferisci, ma credo a tutto quello che hai detto. Ogni tanto anche io inciampo in questi post. La differenza però è che io ancora non collaboro o lavoro con nessuno, quindi sulle collaborazioni posso dirti che farei come te senza poterlo dimostrare. 🙂
1 Febbraio 2016 at 11:44Riguardo l’essere colleghi in un enorme ufficio non ho mai visto il travel blogging in questo modo, e invece è interessante. Sicuramente faccio parte dei colleghi che sono socievoli ma non lavorano in team! XD
Io ho lavorato in grandi uffici o in ambienti in cui il confronto era continuo, forse per questo ho avuto la sensazione di vederla così: siamo un po’ tutti sulla stessa barca 🙂
3 Febbraio 2016 at 8:39I riferimenti alcuni sono azzeccati, altri generici… Magari con il tempo ti farai l’occhio eeheh!
Molto carino il tuo blog, continua così!
un mega abbraccio
Ti ho letta. Poi ti ho letta di nuovo. Poi ancora una volta.
1 Febbraio 2016 at 20:34Vivo un momento particolare della mia vita e le tue parole arrivano dritte dritte lì, in quel muscolo un po’ incerottato che ultimamente fa fatica a ritrovare il giusto ritmo. Un po’ in tutto. Scrittura compresa.
Ti stimo tanto Paola, ci tenevo a dirtelo.
Un forte abbraccio
Ah però. Sono capitato casualmente sul tuo blog e il primo post che leggo è questo. Lo trovo superlativo.
4 Febbraio 2016 at 12:07Da qualche tempo sto vagando nella blogosfera, esaminando blog di viaggi (la tua amica Cabiria mi conosce, visto che sproloquio vacuamente su TripOrTreat). Non lo faccio per aprire un blog, ho altri progetti, ma il vostro mondo per me è importante per trarre delle conclusioni. Ho curiosato su almeno un centinaio di travel blog e alla fine mi sono trovato a frequentarne stabilmente solo cinque o sei. Perché? Perché in molti casi sentivo qualcosa che strideva, percepivo un che di latente, di non detto. Avevo spesso l’impressione di guardare una fotografia il cui unico scopo sembrava essere quello di dire: “Guarda come sono felice”. Poi osservavo con maggior attenzione e mi accorgevo che i colori erano artificiali, lo pose studiate, gli oggetti ritoccati con photoshop. E li abbandonavo.
Viaggio da una vita “a piedi scalzi con uno zaino in spalla” e so per esperienza che il viaggio è una vera forma d’arte, che in molti casi raggiunge vette mistiche. E’ giusto parlarne e condividere emozioni, ma come tutte le forme d’arte anche questa si rovina nel momento stesso in cui entra in contatto con il business.
Scusa la digressione filosofica, torno su questo pianeta.
Me ne vado, dicendoti che anche in questo caso ho osservato bene la foto, ma di taroccamenti fatti con photoshop non ne ho trovati. Ti seguirò.
Ciao
Resend 😀
12 Febbraio 2016 at 19:10Ciao Paola, io volevo dirti solo una cosa: ho scoperto il tuo blog per caso un anno e mezzo fa e da allora ti ho sempre letta. Hai un modo unico di raccontare i viaggi e lo fai sempre con spontaneità e con passione. E’ per questo che non posso fare a meno di leggerti. Sei la mia guru dei viaggi e del mondo dei blog dei viaggiatori. Sei proprio la prima! 😀 Ecco, solo questo.
HO guardato e riguardato, il tuo commento non c’era mica! WordPress se l’è mangiato!
13 Febbraio 2016 at 11:11SEi un tesoro, spero di non deluderti mai… E se lo faccio sgridami!
un bacione
Ciao Paola, ho scoperto il tuo blog con questo post… mi sembra un buon inizio! 😀 Ti seguirò sicuramente.
18 Marzo 2016 at 9:30