Salt Lake City, la capitale del meraviglioso stato dello Utah, è in gara da sempre per la capitale di stato più ignorata di tutte. Sarà per la posizione (è davvero decentrata rispetto alle zone più frequentate dal turismo nella parte sud), sarà perché non è una città scoppiettante di vita notturna o altre attrazioni super yeah da attirare orde di turisti. Però è bella, piacevole e decisamente curiosa da scoprire. Quindi, ecco cosa fare quando siete in città, godersi i dintorni, e prendere il meglio da questa zona.
Un po’ di storia? Facciamo un riassunto brevissimo.
Lo Utah in generale era abitato da nativi americani: i Pueblo e gli Ute (da cui ovviamente prende il nome lo Utah).
Buco temporale.
Il 24 luglio 1847 Salt Lake City venne fondata da un gruppo di pionieri mormoni guidati da Brigham Young, che dall’Illinois aveva vagato alla ricerca di un posto dove stabilirsi con tranquillità e praticare la loro religione senza essere fatti fuori. E’ curioso che il gruppo fondatore era di 148 persone: 143 uomini 3 donne e 2 bambini. La proporzione mi spaventa un po’.
Fortunatamente (per le donne) molti nuovi emigranti cominciarono ad arrivare in questa terra promessa, peccato che nel 1848 ci fu un’incredibile gelo tardivo, che si sommò ad una siccità anomala e ad un’invasione di grilli (sembra una storia in stile sette piaghe d’Egitto in salsa americana) però… E’ arrivato uno stormo di gabbiani che si è mangiato le cavallette e ha salvato il raccolto. Quindi ecco perché il gabbiano è l’uccello simbolo dello stato dello Utah, anche se il vero simbolo dell’ Utah è l’alveare.
In pratica quando i mormoni arrivarono la prima volta, la regione era parte del Messico: questa regione chiamata “stato del Deseret” venne ceduta agli Stati Unit nel 1850… E deseret significa ape mellifica, simbolo per eccellenza di laboriosità e lavoro di squadra. Ecco perché, questo stato mormone è simboleggiato da un alveare (che noterete anche su tutti i cartelli stradali).
Ma torniamo a Salt Lake City.
Il cuore della città è senza dubbio Temple Square, dove si trova il tempio mormone, la cui costruzione è iniziata nel 1853: in realtà hanno gettato la prima pietra, perché la ferrovia non arrivò fino al 1869 e i blocchi di granito dovevano essere trainati sia da buoi che da carri, e decisamente non era fattibile.
Nel 1869 venne completata la ferrovia transcontinentale (il 2019 è stato l’anno dell’anniversario della posa del celebre Golden Spike al Promontory Summit, l’ultimo chiodo che ha unito le ferrovie a circa 80 miglia a nord-ovest di Salt Lake City) e questo per la città ha significato davvero moltissimo, anche poiché molti sono arrivati per fare fortuna nelle miniere dello stato: rame, argento, oro e piombo nei canyon poco lontani dalla città divennero una fonte di attrazione pazzesca per tutti i pionieri.
Fu alla fine del 1800 che però la città cominciò a prendere la forma attuale, anche dal punto di vista sociale: nel 1896 divenne il 45° stato (il terzo che estese il diritto di voto alle donne) e la chiesa mormone pose fine (formalmente) alla poligamia, fu costruito il Campidoglio e tantissime linee di tram in stile San Francisco, ma che durarono poco, e furono sostituiti dagli autobus negli anni ’30 (ci sono ancora quelli turistici su ruote che sono molto carini). Il resto della storia recente è piuttosto noioso e non troppo diverso da qualsiasi altra città americana (depressione del ’29, guerra, boom post bellico, anni ’80 fiorenti e così via).
Passiamo alla parte interessante, cosa vedere a Salt Lake City?
Cosa Vedere a Salt Lake City
Prima di tutto un consiglio: prendete il Salt Lake City Connection Pass, perché si risparmia davvero tantissimo. Per gli adulti costa 32 $ il pass di un giorno, ma se si è un po’ svelti si riesce a compattare tutto.
Ok, alcune cose sono un po’ da bambini, ma tanto lo so che piacciono a tutti.
Prima di tutto siamo andati al Clark Planetarium la mattina quando apriva: non fatevi distrarre, puntate subito al cinema e alla prenotazione dei biglietti. E’ sempre molto pieno, quindi è meglio organizzarsi. All’interno c’è ovviamente il planetario, tutta la zona “scoperte” e un I-Max 3D (un cinema con lo schermo rotondo). A me piace, ma Gianni ne va letteralmente pazzo.
Prenotate il biglietto.
1- Visitare il Natural History Museum of Utah at the Rio Tinto Center
La mattina visto il cielo terso siamo andati subito a fare un giretto al Natural History Museum of Utah at the Rio Tinto Center, che si trova accanto all’Università. A parte l’interesse per un museo naturale davvero molto carino e molto ricco (concentrato proprio sulla storia dello Utah dalle sue origini), il museo si trova in un palazzo architettonicamente stupendo. E’ una costruzione futuristica in parte ricoperta di rame, quindi non è facilmente confondibile con altro. Oltretutto la vista sulle montagne dalla grande vetrata al piano superiore merita davvero la visita.
2- Visitare la Beehive House, dimora storica di Brigham Young
Premessa: io sono totalmente affascinata dalle religioni e in particolare da quella mormona. Non chiedetemi perché. Quindi io ero davvero curiosissima di vedere la casa di Brigham Young e cominciare a fare mille domande a tutti. Costruita nel 1854, la Beehive House fu la dimora di Brigham Young e in seguito di altri dirigenti della Chiesa, e fu anche sede della Chiesa per molti anni, ora è una casa museo in cui si viene accolti dalle sorelle /suore che ti fanno fare il giro della casa, ti raccontano la vita del profeta e sono disponibili a qualsiasi domanda. Ovviamente non quelle scomode sulla poligamia.
Prima di tutto, dall’esterno guardate il grande alverare sopra la torretta: come accennavo prima simboleggia il forte senso di comunità e la diligente etica del lavoro dei Santi degli Ultimi Giorni.
La casa è curiosa e ben tenuta, con uno spazio all’ingresso la cui porta era sempre aperta per i fedeli che venivano Brigham Young con le loro richieste. Le visite durano circa 30 minuti e sono gratuite e alla fine se volete vi regalano anche il Libro di Mormon nella vostra lingua (li hanno realisticamente in tutte le lingue del mondo).
Sotto la casa c’è oltretutto un ristorantino/mensa che ha dei prezzi bassissimi se si usa il Connection pass (sono inclusi 10$ di spesa), e noi devo ammettere che abbiamo cenato con pochi dollari e molto bene. Nulla di trascendentale ma buono.
3- Visitare Temple Square e il Mormon Temple (da fuori).
Sempre rimanendo in tema è impossibile non fermarsi a dare un’occhiata all’angolo più frequentato di tutta la città: Temple Square è il cuore della chiesa dei Santi degli Ultimi Giorni, dove si ritrovano sia per le funzioni che “socialmente”.
E’ una struttura incredibilmente imponente (sono serviti 40 anni per costruirlo, dal 1853 al 1893), ed è una delle attrazioni più antiche della zona: ovviamente è un luogo sacro e l’ingresso è consentito solo ai fedeli, ciò non toglie che ci sono diverse cose da vedere (purtroppo non si può “dare solo una sbirciatina” perchè non aprono le porte come possono essere quelle di una chiesa.
E’ possibile però raccogliere informazioni nei due visitor center e visitare il Tabernacle Choir (in Temple Square), una grande e decisamente affascinante sala da concerti. Si può anche assistere alle prove del coro ogni giovedì alle 20:00, oppure godersi il settimanale Music & the Spoken Word la domenica alle 9:30 (gli ospiti devono essere seduti alle 9:15).
Vagando in Temple Square siamo finiti anche dentro il Joseph Smith Memorial Building, ex Hotel Utah, finemente restaurato con vetrate colorate e tessuti decisamente ricchi. La Hall (e il complesso in generale) sono di una ricchezza mozzafiato. Oltretutto salendo all’ultimo piano si può vedere il Mormon Temple dall’alto (noi non siamo riusciti perchè c’era un evento privato, purtroppo).
4- Fare una tappa alla Vivint Smart Home Arena, tempio degli Utah Jazz.
Ok, sicuramente questa è stata la nostra priorità nel nostro viaggio a Salt Lake City, dato che Gianni è un mega tifoso degli Utah Jazz da anni. Ma in realtà è anche un posto davvero importante per la comunità, visto che qui a Salt Lake City non ci sono altre squadre importanti, o meglio… L’unico sport realmente seguito da tutti è il basket, e la filosofia che c’è dietro questa squadra (è improbabile che sentirete parlare di superstar capricciose all’interno del team) è assolutamente in linea con la città. Lo shop ha prezzi alti, ma in media è tra i più accessibili di tutti gli shop delle squadre NBA. Se avete intenzione di vedere una partita dovete organizzarvi per tempo per risparmiare qualcosa, ma a meno che non capitate durante i playoff i biglietti si trovano anche all’ultimo. Sono cari: dato che è lo sport più seguito, tutti vanno a vedere le partite. Non è una di quelle squadre per cui trovi il biglietto in “piccionaia” a 25 $ insomma. Ma ne vale la pena.
5- This is the place Heritage Park
Nel luogo in cui il 24 luglio 1847, Brigham Young vide che la valle di Salt Lake sarebbe diventata la nuova casa per il suo gruppo di pionieri e “avrebbero fatto fiorire il deserto come una rosa”, oggi c’è uno curioso parco storico. A parte la parte di interesse religiosa (dove c’è l’obelisco è il punto in cui Brigham Young è entrato la prima volta nella valle)
La costruzione del villaggio è cominciata nel 1959, ma è stato dagli anni ’70 che è cominciata la costruzione (o il restauro) di edifici storici e la costruzione del vero e proprio museo vivente, con il restauro di edifici storici.
Questa cittadina riproduce la vita dei mormoni appena arrivati nella valle,con tanto di abitanti in costume. Meglio andarci in settimana.
Se siete davvero interessati alla vita durissima dei pionieri che cercavano una vita migliore all’ovest, a SLC c’è un interessante museo chiamato Il Pioneer Memorial Museum che raccogliere una quantità letteremante infinita di manufatti e di oggetti che i mormoni si portarono dietro lungo la traversata del continente americano. Oltre ai classici “souvenir” questo posto raccoglie i cimeli pià disparati, come i rotoli di sutra buddisti nella sala dei manoscritti, portati da lavoratori cinesi e asiatici che lavorano sulla ferrovia transcontinentale o una patata pietrificata… Oltre a barattolini di denti o protesi improvvisate. Sicuramente qui è facile capire la difficoltà della loro avventura.
Ovviamente ci sono tantissime cose da poter fare anche nei dintorni di Salt Lake City, che si trova in una vallata circondata da una corona di montagne.
Visitare i dintorni di Salt Lake City, Utah
6- Visitare Ogden e la sua Union Station
Anche se non vi interessano i treni, questo è un posto davvero storico sulle montagne e il cuore di questo paesino è la sua stazione.
La Ogden Union Station è stata a lungo l’anello di giunzione tra la Union pacific e la Central Pacific railroads, e oggi ospita lo Utah State Railroad Museum (oltre allo Spencer S. Eccles Rail Center, il John M. Browning Firearms Museum, lo Utah Cowboy and Western Heritage Museum e il Browning – Museo dell’automobile classica di Kimball).
La Union Station è davvero molto carina (è in stile rinascimentale coloniale spagnolo, e fu ricostruita dopo un incendio nel 1924), ma è il Railroad Museum che è realmente una chicca, sia per le locomotive storiche che per il modellino di treni che ripercorre tutta la ferrovia da est a ovest, l’attraversamento di tutti gli stati… Realmente, anche se non vi interessano i treni, questo posto è veramente delizioso. In realtà con il biglietto da 5 $ si acquista l’ingresso a tutti i musei, quello delle automobili classiche è molto carino, quello delle armi… beh, niente di che (almeno per me – mi sembrano tutte uguali).
Se passate da Ogden la mattina, avrete tempo per pranzo di fermarvi a Huntsville al Shooting Star Saloon. A parte il locale in sé che è davvero molto strano e curioso, fanno solo hamburger e sono davvero molto buoni (abbinati a birre locali).
Ma per parlare di Ogden, sarebbe davvero un sacrilegio non dare la parola a Elena Refraschini, la massima esperta di treni, stazioni e posti meravigliosi legati alle ferrovie americane.
Quest’estate è stata alla celebrazione del centerario dell’ultimo chiodo infilato per unire le due ferrovie, il celebre Golden Spike.
[Se non la conoscete seguitela su Instagram , dove condivide curiosità davvero uniche sugli Stati Uniti, sui treni e sulla sua vita da insegnante di Inglese Americano]
La struttura principale della stazione, in uno stile che vuole vagamente ricordare il rinascimento italiano, risale agli anni Venti. La sala centrale, con il suo pavimento a quadrettoni, soffitto con travi a vista e pareti altissime viene spesso utilizzata per mercatini, fiere e spettacoli teatrali. Purtroppo, l’ultimo treno passeggeri è passato di qui nel 1997. L’edificio però onora ancora il suo ruolo come anello d’unione tra la Union Pacific e la Central Pacific, le due aziende che nel 1869 costruirono la prima ferrovia transcontinentale. I due mosaici alle pareti, infatti, ritraggono le squadre di lavoratori che con grande fatica e sacrificio in una manciata di anni crearono quel miracolo tecnologico che rivoluzionò gli Stati Uniti. Nei primi anni Settanta, con il trasporto su rotaia in stato di semi-abbandono, le compagnie ferroviarie proprietarie della linea considerarono se demolire la struttura. Ma una clausola nel contratto di acquisto del terreno prevedeva che l’area fosse votata per sempre al trasporto ferroviario, o che altrimenti venisse ridata agli eredi di Brigham Young, uno dei fondatori della chiesa mormona. Dopo anni di negoziazioni, le due aziende decisero di regalare l’edificio alla città. Così oggi possiamo passeggiare lungo la 25th, magari sotto un cielo color indaco come solo lo Utah sa offrire, e poi fare un giro nell’edificio della Union station che racconta così tanto della storia del West americano e di questo sonnacchioso avamposto ai piedi delle montagne. E’ d’obbligo una visita allo Utah State Railroad Museum, per apprezzare davvero la diversità dei paesaggi che il treno ha conquistato (si potrebbero passare ore, anche senza essere fanatici dei treni, a notare i piccoli dettagli di questo meraviglioso modellino che riproduce in scala una gran fetta di nazione). Una nota importante se volete passare di qui durante un viaggio in treno: la stazione servita da Amtrak più vicina è quella di Salt Lake City. Conviene scendere dunque lì, passare la notte e noleggiare un’auto o andare in bus verso Ogden il giorno dopo.
8- Visitare il Salt Lake e il Salt Lake desert, senza perdere una tappa al Bonneville Speedway
Ok, non è il Salar de Uyuni in Bolivia, ma vi assicuro che il deserto salato del Salt Lake è davvero bellissimo, e la distesa di sale bianchissima con alle spalle le montagne… Beh, è alquanto surreale.
Bonneville Salt Flats è una distesa di 30.000 acri (sono 121 km quadrati.. Come metà dell’isola d’Elba) di dura crosta di sale bianco sul bordo occidentale del bacino del Great Salt Lake nello Utah: è una dura crosta di sale con rispettive saline, e lo spessore varia da un metro e mezzo a pochi centimetri ai bordi… Capite perchè bisogna sapere dove andare ed è vietato andarci in macchina?
Questo deserto salato è iscritto nel registro nazionale dei monumenti grazie alle celebri gare di velocità e a tutti i record che sono stati battuti sulla
Questa “pista” (non so neanche se si può chiamare così perché è una traccia nel deserto) sono due lunghe tracce, una un rettilineo lungo 10 miglia (per le gare di velocità) e l’altra invece un ovale di circa 10/12 miglia per corse lunghe.
Se volete capire cosa succede durante le corse della Speed Week potete guardare il film Indian – La grande sfida (Il titolo originale è The World’s Fastest Indian).
Personalmente ho adorato questo pezzo di deserto, forse perché da sempre sogno quello boliviano, e la sensazione (a detta di Gianni), non è tanto diversa. Ovvio, quello in Sud America è molto più grande, molto più bello, con tanti scorci in più da vedere, si attraversa in due giorni… Però ecco, la parte meramente “salata” è come quella.
9- Visitare Antelope Island
Nulla a che vedere con Antelope Canyon, questa isola (la più grande delle 10 isole che galleggiano nel Salt Lake), è piuttosto grande (109 km quadrati) ed è curioso che diventi una penisola quando la marea del lago si abbassa.
E’ uno State Park (il costo è di 10 dollari a veicolo e la tessera dei National Parks non è valida), ed è una curiosa oasi di fauna e flora concentrate dentro un territorio piuttosto limitato.
A parte essere molto bella (grandi paesaggi a perdita d’occhio), ospita grossi gruppi di di antilocapre (esistono, giuro, si chiamano pronghorn in inglese e io le ho scoperte di recente), pecore bighorn, bisonti americani,istrici, tassi, coyonte, cervi muli e infiniti uccelli.
Quindi è decisamente ricca. Sicuramente è un posticino interessante in una bella giornata di sole: non è una priorità. Ma sappiate che c’è anche questo.
10- Visitare Provo
Perché mettere una piccola cittadina universitaria fuori da Salt Lake City tra le cose da vedere?
Perché è semplicemente adorabile, oltre che un posto abbastanza strano. Sede della Brigham Young University e di moltissimi musei collegati all’università, il suo centro è un piccolo gioiellino davvero ben curato.
Noi abbiamo cercato di fare colazione da Hruska’s Kolaches, ma la fila infinita fuori ci ha fatto desistere, e io ancora desidero ardentemente quei piccoli paninetti ripieni decantati da tutti.
Un dato curioso però lo voglio dare: qui ha sede la celebre BYU, un’università che è ovviamente aperta a tutti, ma popolata al 98,7% da mormoni. Questo cosa significa? Che il campus ha un rigoroso codice d’onore, che includeva (fino al 2017) il divieto di bere bevande dentro il campus. Non birre o alcol… Ma il semplice caffè o the.
Il codice ovviamente include anche l’abbigliamento o l’orientamento sessuale (i gay in passato erano proprio banditi, ora diciamo che non ci sono), il fatto di avere la barba (è concessa solo se la tua pelle è rovinata dal fartela, per spettacoli teatrali o motivi religiosi)… E ovviamente tutti i siti pornografici o che possono contenere materiale vagamente sessuale (come youtube) sono bloccati sulle reti della BYU.
Siamo nel 2019 e questo mondo mi affascina ogni giorno di più, e Provo è una cittadina adorabile.
Ah, una piccola menzione speciale ad un paesino a circa 2 ore da Salt Lake City, chiamato Salina: sulla via principale c’è un ristorante, chiamato Mom’s Cafè: fanno i pancake fritti, con una speciale salsa miele e burro che è colesterolo puro e non l’ho mai trovata in vita mia, se non lì. E’ così esageratamente grasso e buono che… E’ imperdibile.
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