Si sa, io ho il culto del sud est asiatico, della Cambogia e della Birmania, in particolare. E poi lei, sempre presente nei miei racconti, la Thailandia.
Paola Annoni
Sono sulle montagne vicino a Chiang Mai, nella turistica Pai. La guesthouse oggi è di un livello più alto di quella di ieri ma spendiamo comunque 5 € a testa. Sorrido. Ho appena fatto una doccia calda e lunga e una piccola signora mi ha fatto un massaggio di un’ora per circa 5 €. Sto bene. Ho spesso la testa afflitta da pensieri poco felici, ma ho mille motivi per essere, invece, allegra e felice.
Bangkok è un pezzo di me. Le sue strade, il suo odore, i piatti di plastica che sbattono su tavoli di metallo, lo street food e la morning glory, è odore di incenso nell’aria calda, è il rosso dei tetti del templi, la strada che dall’aeroporto mi porta in città. E’ il traffico. Le isole felici. I monaci che ti sorridono e fanno un passo indietro. E’ la gente vestita di verde mercoledì e blu di venerdì, sono mani giunte per dire grazie, rumore di motorini e una lingua musicale che accompagna una scrittura che sembra un ricamo sulla carta.
Prima di leggere ascoltatevi questa canzone. Vi metterà nel mood giusto per questa città.
Nei termini di ricerca con cui arrivano al mio blog, ho notato che oltre alla ricerca legata a porno e prostitute (a Thailandia e Las Vegas molti arrivano così) uno che è balzato all’occhio è stato “idea ossessiva dei batteri sotto le scarpe”, che oltre a farmi ragionare su i batteri e le malattie, mi ha fatto pensare che forse dalle mie parole traspare il mio essere borderline tra il bere spremute in bicchieri sciacquati nel Gange e l’ossessione compulsiva per l’igiene.
La paura di volare l’abbiamo tutti: chi più e chi meno. O sbaglio?
Se la paura però ti limita? Quella no, quella va superata, provando a capire, ridendoci su e cercando di capire cosa non va.
Questo post mi è stato chiesto da una ragazza che deve partire: se non le passa la paura, almeno ci ride un po’ su!