Le informazioni sul Grand Staircase Escalante sono davvero ridotte: è un parco gigante, che tutti ignorano e che ha strade sterrate che ti fanno passare la poesia di guidare. Quindi ho cercato di mettere insieme guide, esperienze, tutto quello che abbiamo trovato in giro e riorganizzare un itinerario di due giorni con tutto ciò che serve, con tanto di mappa (la trovate in fondo) e una quantità esorbitante di foto (ne avrei messe davvero molte di più!).
USA – MI
Atlanta è una città di atterraggio e passaggio, che suona con i ritmi del sud e le parole dei discorsi di Martin Luther King, ma ai miei occhi con davvero un basso appeal. Non ci posso fare niente. Quando penso a me negli Stati Uniti, vedo sempre una maglietta che ho comprato a Gianni quando ero a San Francisco, con un profilo degli Stati Uniti e una freccia con una scritta: “west coaster”. Forse amiamo le cose che conosciamo.
Amo troppo il Texas, e lasciare Austin mi fa un po’ piangere il cuore, ma l’on the road deve partire. L’obbiettivo finale è arrivare nella deliziosa Fredericksburg, che se la guardi sulla mappa è davvero ridicolmente vicina a Austin. Ma come al solito la prendiamo larga.
Prima tappa, San Antonio. Sia per me che per Gianni significa solo una cosa: Spurs. Ci fermiamo subito all’ AT&T Arena per le foto di rito, prima di arrivare in centro, dove visitare l’Alamo e tutta la parte delle antiche missioni.
Austin, la capitale del Texas, è una delle mie città del cuore. E’ bellissima, vivibile, appena fuori dalle vie del centro ci sono già casette con giardino e boschetti. E’ un grande paesone che sta diventando una piccola SiliconValley ma con i food truck ad ogni angolo e i BBQ che gareggiano come i migliori del Texas. Ma oggi siamo usciti dalla città, e quindi: cosa fare nei dintorni della capitale Texana?
Di New York non ne parlo mai, lo so. E’ come se avessi un piccolo blocco.
I motivi principali per cui non ne scrivo sono due:
1- E’ già stato detto e scritto praticamente tutto. Non so se me lo sono sognata ma una volta mi pare di aver letto un post sui tombini (che oltretutto la cosa dei tombini fumanti mi piace sempre un sacco, fa un po’ Ghostbuster, un po’ Autumn in New York).
2- Io e New York non è che andiamo proprio d’accordissimo. Cioè: mi piace molto, la trovo una città intensissima, c’è tutto, sembra di essere sempre dentro un film, ha i musei più belli del mondo, gli angolini nascosti più affascinanti del pianeta, le curiosità, i donuts più buoni mai assaggiati, le cucine di tutto il mondo ad altissimi livelli, i quartierini fighi come Dumbo…
Scegliere l’assicurazione di viaggio per gli Stati Uniti è diventato un vero incubo. Consiglio sempre di farla per qualsiasi viaggio, ma in particolar modo per gli USA la considero assolutamente obbligatoria. Perché le leggende del “se non hai l’assicurazione ti lasciano morire per strada” non sono proprio vere. Ti raccattano, ma poi ti fanno pagare 80 fantastiliardi per le cure che dovrebbe coprire l’assicurazione che avresti dovuto fare.
Quindi ieri pomeriggio mi sono armata di tanta pazienza, ho chiamato le principali assicurazioni, ho letto tutto il leggibile e questo è il riassunto.
Di solito faccio la polizza annuale multi-viaggio, quindi ho chiesto informazioni sia per quella che per i viaggi singoli.
I prezzi che ho indicato li ho calcolati per un viaggio di 16 giorni.
Una lunga giornata lungo Big Sur e la storica Highway 1. Uno degli on the road dei più classici.
Adoro che in viaggio la sveglia sia sempre puntata sull’alba: hai un’intera giornata davanti e c’è pochissima gente in giro che ti zompa davanti mentre fai le foto. Per quello ci siamo già noi.
Partiamo con un giretto veloce nella carinissima San Luis Obispo, cittadina universitaria piena di localini e negozi da hipster, appiccicando gomme nella Bubblegum Alley e guardando le vetrine chiuse di cappelli dalla visiera dritta. ALle 7.30 del mattino è ancora una città dormiente, e l’aria è fresca e pungente. Sembra una di quelle giornate estive, quando la sera prima ha piovuto e l’aria è umida e fresca. Partiamo subito per l’intensa scaletta quotidiana.
Ho sempre mal tollerato i viaggi in Questa direzione: il jet leg non lo subisco mai, tranne che qui. In volo ho dormito poco e poi mi sono addormentata seduta su una sedia nell’autonoleggio.
Con la solita grazia che mi contraddistingue. [La foto è tenuta in ostaggio da Gianni, non sperate di averla]
La sveglia è puntata prestissimo, il programma della giornata intenso. Prima di colazione, la prima tappa (per fortuna in ogni motel che si rispetti si trova il caffè) è Paramount Ranch, un set cinematografico creato nel 1927 che ha fatto da sfondo a tantissimi film western e non (tipo scream e American Sniper sono stati girati qui): con la luce del mattino forse è ancora più bello. Oltretutto stanno allestendo per un matrimonio. Non male direi come location.
Ho cominciato a scrivere un post sui costi alle Hawaii, uno di quelli solo utili. Poi Gianni si è messo a sistemare le fotografie di Maui e della Road to Hana, una delle giornate più intense vissute sull’isola di Maui, il mio cuore ha fatto un sobbalzo, ed eccomi qui, a raccontare questo pezzo di viaggio alle Hawaii che mi ha dato il colpo finale per perdere definitivamente la testa per queste isole magiche.