New England
Providence é proprio come ti aspetti una cittadina con quel nome: baciata da un cielo divino che la rende la cittá perfetta per una pubblicitá di tagliaerba.
È da passeggiare in lungo e in largo. Niente macchina anche se il quartiere di College Hill è tutto un saliscendi (anche se a me è sembrato solo un sali… Ma forse perchè quando hai 40 ore di veglia alle spalle, tutto ti sembra decisamente un sali), e le case sono decisamente da cartolina, e poi arrivi lì all’ingresso della Brown University -il quarto più vecchio degli Stati Uniti- e ti rendi conto di perchè da queste parti i ragazzi fanno qualsiasi cosa per poter studiare, anche solo sedersi in quel parco perfettamente tosato e studiare riparati dal sole da qualche quercia secolare… Beh, è senza dubbio meglio del parcheggio con qualche pianta infilata nel cemento della Bicocca. Mentre passavamo nelle diverse zone (ah, per la cronaca: in tutto il campus c’è la wifi gratuita) si sono susseguiti nell’ordine: ragazza che dormiva nel prato, gruppo di ragazzi e ragazze che si allenavano con birilli e palline a fare gli artisti di strada, altro gruppetto di canterini che inneggiavano a Dio e all’amicizia, sposa oversize con seguito di damigelle di tutte le etá e tutte le taglie con uomini più interessati al supersigaro che avevano in bocca che alle foto. Un ambiente totalmente rilassato e vivibile… Cioè, a chi verrebbe in mente di andare a fare il servizio fotografico del matrimonio all’incrocio della metro in cui c’è la sede della statale di Milano?
Vagabondiamo per la cittá, passiamo davanti a tutte le case “storiche” ma tutto il nostre attenzioni sono focalizzate tutte sull’incredibile fortuna (ehm, direi più botta di culo) di essere al posto giusto nel momento giusto… Si perchè come segnala la LP uno degli eventi (che viene messo in piedi una decina di volte all’anno) è il WATERFIRE, un’installazione artistica con tutta la festa di contorno. Lungo il fiume vengono montati dei bracieri che poco a poco vengono accesi da “cerimonieri” che a suon di musica accendono con torce infiammate tutte le cataste di legna… Davvero carino. E la parte alimentare non può mancare. Come low budget e soprattutto per soddisfare la voglia di junk food abbiamo optato per un panino da Haven Brothers Diner (accanto alla City Hall), un camioncino allestito a sfornapanini reso celebre dal sanissimo programma Man Vs Food in cui un simpatico ragazzone si ingozza di junk food. E nella puntata dedicata a Providence prima di mettersi contro ad un giocatore di football e ingozzarsi di hot dog ricoperti di carne e cipolla si ferma in questo truck a farsi un triplo murder burger.
Allora: a parte che l’hot dog era più o meno grande come quello dell’ikea e il mio panino sub con il pollo era assolutamente “normale”… Il murder burger era… Un hamburger normalissimo al costo di un hamburger esagerato. A parte le dimensioni ridotte (la tv ingrassa anche i panini!) 9 dollari e neanche un cetriolino? No dai.
Io non è che proprio ho paura di volare. Ho semplicemente guardato troppi film in cui si staccano ali, si scoperchiano aerei e uno sconosciuto dagli addominali perfetti e un’hostess bella e coraggiosa salvano tutti con dello scot
h da pacchi e doti di pilotaggio improvvise. E quindi visto che ero circondata da anziani russanti e le hostess erano abbastanza attempate da non dimostrare poi tutta questa paura di morire… Beh, il volo Amsterdam – Boston operato da Delta è stata la solita tortura di turblenze guarnita oltretutto da un bicchiere di vino rosso che la gentile signorina mi ha rovesciato sulla giacca bianca (e pulito prontamente tutto con una sprite che ha dato anche una sfumaura di giallo). Solo quando tocchiamo terra e le hostess insultano quelli che si alzano prima che l’aereo sia fermo, che posso dire davvero di essere arrivata.Almeno in volo ho rinfrescato la mia passione giovanile per il buon Leonardo di Caprio guardandomi il Grande Gatsby. Ah, il bicchiere di vino non era neanche per me. Strano.
Quanto so di questo intensissimo tour dal profumo d’autunno a parte il nome degli stati che toccherò? Poco, a dir la veritá. parto mediamente poco preparata (viaggiare con un uomo che è un’enciclopedia vivente che ha pure il gps integrato farebbe impigrire anche il viaggiatore più accanito). Parto con la certezza dei colori intensi che mi aspettano e le zucche onnipresenti (oltre al pumkin spice in ogni ricetta!), la gentilezza degli americani e la possibilitá di confrontarla con quella canadese e vedere se le prese in giro di Robin in How I met your mother sono così giustificate. Parto con il blogtour alle Eolie ancora sulla pelle (incredibile, son leggermente bronze) e infilo il piumino in valigia. Parto con la solita voglia di viaggiare. La curiosità è una droga, i viaggi sono la miglior valvola di sfogo!